Ultimi articoli commentati
Postato da italoieri, 23:21
Ahi, Fabri, quanti interrogativi suggerisce il tuo scritto; quanti pensieri suscita. Quante dita in quante piaghe, in questo otto settembre che assomiglia così tanto all'undici.
La dittatura dello spread, le tecnologie, l'ignavia della politica, lo spazio ai giovani; almeno a queste non si può non rispondere.
Le tecnocrazie che menano fendenti alla luce del Capitale sono ormai il frutto maturo (marcio?) di una idelogia che ha vinto, derubricando gli oppositori (comunisti) a ruolo di insulto, estromettendoli dalla vita sociale; infine inglobandoli, cioè devitalizzandoli, sterilizzando chiunque abbia ancora il coraggio di anteporre l'uguaglianza dei deboli alla libertà dei forti. Che ci citi come avvocato difensore Cristo o Marx poco cambia: sono romanticherie da imbecilli di fronte alla Folgore Tonante dello Spread e del Nuovo Progresso Economico Mondiale. Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole: così sembra ci si rivolga ai dettami macroeconomici. E più non dimandare.
Le tecnologie sono strumento, non cambiamento in sè. Abbiamo, ancora per poco tempo, una finestra temporale in cui la Rete può veramente aiutare; ma è una finestra, di tempo ne resta poco, gli spazi di libertà si chiudono. Ormai solo più le gabbie dorate (google, facebook, twitter) vengono osannate, e usate, dai 'politici' come spazi di libertà mentre quella vera (i protocolli di rete, ISOC, EFF, le RFC come leggi, le FYI come metodi) in rete viene uccisa ogni giorno di più dai poteri forti. Le persone consapevoli sono sempre di meno (i partiti pirata lo sono), vengono isolate e depotenziate; lavorano al buio, costruiscono la resistenza tra gli insulti dei perbenisti. Ci sarebbe molto da lavorare per fare capire alla classe politica cos'è la rete; quando ho tentato di farlo m'hanno risposto che è 'roba da tecnici', in quel'iperbole di tracotanza, egoismo e ignoranza che ha fatto consegnare il governo d'Italia in mano a 'tecnici'.
'Tecnici' che sono quanto di peggio un governo possa mostrare. Oggi, in Italia, per fortuna ci sono loro a supplire le mancanze di una classe politica indecente; essere arrivati al livello in cui sono necessari i tecnici per andare avanti è il segnale nel baratro nel quale siamo sprofondati. E' come se un operaio FIAT adasse a negoziare il piano industriale di Crysler con Obama: va bene per un discorso al bar, ma la politica ha capottato.
L'operaio Monti sta guidando la Fiat/Italia: perchè npon esiste nessun Marchionne / politico in grado di guidare questo paese. L'incapacità diffusa dei politici nazionali, la loro tensione all'autorigenerarsi per gemmazione asessuata senza ricombinamento del DNA è sotto gli occhi di tutti: abbiamo giovani politici che sono la fotocopia rimpicciolita dei gerontocrati e che espellono qualsiasi corpo estraneo che tenda a provocare un cambiamento.
Cioè non abbiamo giovani. Non esistono giovani politici, nel senso che non esistono espressioni di una politica 'giovane', di una politica che rompa con il passato e proponga qualcosa di nuovo; ci sono solo persone anagraficamente più piccole che ripetono i mantra di quelle più grandi, invidiandone posizione e capacità. Pusillanimi.
La penso diversamente da te: per me la soluzione non è nei giovani; è trasversale.
Tutte le classi di età devono concorrere in un cambiamento che è innanzitutto un ridestarsi dalla pigrizia del personale tornaconto per agire per il bene collettivo; solo in questo caso i giovani potranno essere in grado di aiutare il paese, diventando un vero strumento di cambiamento. Da soli non ce la faranno mai: sono troppo pochi di fronte alla gerontocrazia che avanza.
Ed accanto a loro vedo un'altra grande forza: gli immigrati, che non sono ancora contagiati dalla nostra fiacca debolezza ed hanno qualche motivo in più per fare dell'Italia un paese in cui sia bello vivere.
La dittatura dello spread, le tecnologie, l'ignavia della politica, lo spazio ai giovani; almeno a queste non si può non rispondere.
Le tecnocrazie che menano fendenti alla luce del Capitale sono ormai il frutto maturo (marcio?) di una idelogia che ha vinto, derubricando gli oppositori (comunisti) a ruolo di insulto, estromettendoli dalla vita sociale; infine inglobandoli, cioè devitalizzandoli, sterilizzando chiunque abbia ancora il coraggio di anteporre l'uguaglianza dei deboli alla libertà dei forti. Che ci citi come avvocato difensore Cristo o Marx poco cambia: sono romanticherie da imbecilli di fronte alla Folgore Tonante dello Spread e del Nuovo Progresso Economico Mondiale. Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole: così sembra ci si rivolga ai dettami macroeconomici. E più non dimandare.
Le tecnologie sono strumento, non cambiamento in sè. Abbiamo, ancora per poco tempo, una finestra temporale in cui la Rete può veramente aiutare; ma è una finestra, di tempo ne resta poco, gli spazi di libertà si chiudono. Ormai solo più le gabbie dorate (google, facebook, twitter) vengono osannate, e usate, dai 'politici' come spazi di libertà mentre quella vera (i protocolli di rete, ISOC, EFF, le RFC come leggi, le FYI come metodi) in rete viene uccisa ogni giorno di più dai poteri forti. Le persone consapevoli sono sempre di meno (i partiti pirata lo sono), vengono isolate e depotenziate; lavorano al buio, costruiscono la resistenza tra gli insulti dei perbenisti. Ci sarebbe molto da lavorare per fare capire alla classe politica cos'è la rete; quando ho tentato di farlo m'hanno risposto che è 'roba da tecnici', in quel'iperbole di tracotanza, egoismo e ignoranza che ha fatto consegnare il governo d'Italia in mano a 'tecnici'.
'Tecnici' che sono quanto di peggio un governo possa mostrare. Oggi, in Italia, per fortuna ci sono loro a supplire le mancanze di una classe politica indecente; essere arrivati al livello in cui sono necessari i tecnici per andare avanti è il segnale nel baratro nel quale siamo sprofondati. E' come se un operaio FIAT adasse a negoziare il piano industriale di Crysler con Obama: va bene per un discorso al bar, ma la politica ha capottato.
L'operaio Monti sta guidando la Fiat/Italia: perchè npon esiste nessun Marchionne / politico in grado di guidare questo paese. L'incapacità diffusa dei politici nazionali, la loro tensione all'autorigenerarsi per gemmazione asessuata senza ricombinamento del DNA è sotto gli occhi di tutti: abbiamo giovani politici che sono la fotocopia rimpicciolita dei gerontocrati e che espellono qualsiasi corpo estraneo che tenda a provocare un cambiamento.
Cioè non abbiamo giovani. Non esistono giovani politici, nel senso che non esistono espressioni di una politica 'giovane', di una politica che rompa con il passato e proponga qualcosa di nuovo; ci sono solo persone anagraficamente più piccole che ripetono i mantra di quelle più grandi, invidiandone posizione e capacità. Pusillanimi.
La penso diversamente da te: per me la soluzione non è nei giovani; è trasversale.
Tutte le classi di età devono concorrere in un cambiamento che è innanzitutto un ridestarsi dalla pigrizia del personale tornaconto per agire per il bene collettivo; solo in questo caso i giovani potranno essere in grado di aiutare il paese, diventando un vero strumento di cambiamento. Da soli non ce la faranno mai: sono troppo pochi di fronte alla gerontocrazia che avanza.
Ed accanto a loro vedo un'altra grande forza: gli immigrati, che non sono ancora contagiati dalla nostra fiacca debolezza ed hanno qualche motivo in più per fare dell'Italia un paese in cui sia bello vivere.
Hai ricevuto questa e-mail perchè sei iscritto al nostro servizio di notifica delle novitÃ
Per cancellarti o modificare la frequenza di ricezione clicca QUI