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Postato da fabrioggi, 10:04
Ieri sera ho visto un film che mi ha fatto riflettere (oltre che divertirmi): Puerto Escondido di Gabriele Salvatores. Quando lessi il libro omonimo di Pino Cacucci da cui era tratto, era il 1990 circa (ma posso sbagliarmi) e me ne innamorai, in primo luogo perché mi piace molto la scrittura ritmica e acuta di Cacucci, e poi per il messaggio che si liberava dal romanzo: il classico, per farla breve, mollo tutto e me ne vado!
Tutto cosa? Le pellicce delle signore di Milano, le cravatte, i vestiti di Pignatelli, le auto ecc.
Vado dove? Verso un altrove sconosciuto dove ci sia musica, natura, mare e gente che faccio fatica a capire, ma che almeno dice cose diverse da me e da tutti quelli che abitano a Milano.
E vado perché? Perché la cravatta mi stringe troppo la gola che sembra un cappio, perché le pellicce le brucerei, perché le macchine ce ne sono troppe, e perché la gente non dice mai niente di diverso.
Una ribellione individuale che porta uno dei protagonisti a dire: “vivo qui in questa baracca sulla spiaggia senza risorse economiche…come faccio? Vado a pesca, mi accontento di poco e poi basta ridurre le esigenze!”
Ieri sera il messaggio di quel libro/film è arrivato in modo diverso nelle mie riflessioni, è ovvio, direte, avevi trent'anni! È vero, ma è anche vero che c'erano già allora tutte le avvisaglie della deriva in cui siamo scioccamente caduti. I consumi eccessivi, gli stili di vita fasulli, ma anche le isolate prese di coscienza, le ribellioni individuali. E allora, mi chiedo, perché vent'anni fa quelli di trent'anni non hanno fatto nulla per cambiare rotta? Perché le reazioni personali non sono diventati movimenti?
Oggi non ho risposte, non le tento neppure, semplicemente vorrei condividere in questo spazio una personale amarezza nel constatare quanto un messaggio che vent'anni fa interpretai come positivo e stimolante (…si, si, il mondo fa schifo, ma ci sono sempre posti come Puerto Escondido…), si sia trasformato nella constatazione di un fallimento annunciato. E non ci sono più né “si, si…” ne “ma”.
Oggi, almeno, abbiamo certezze. La certezza di una cecità volontaria iniziata - almeno - vent'anni fa. La certezza di essere stati troppo superficiali.
Oggi, a proposito di movimenti, questi almeno esistono: che sia il caso di votarli?
Tutto cosa? Le pellicce delle signore di Milano, le cravatte, i vestiti di Pignatelli, le auto ecc.
Vado dove? Verso un altrove sconosciuto dove ci sia musica, natura, mare e gente che faccio fatica a capire, ma che almeno dice cose diverse da me e da tutti quelli che abitano a Milano.
E vado perché? Perché la cravatta mi stringe troppo la gola che sembra un cappio, perché le pellicce le brucerei, perché le macchine ce ne sono troppe, e perché la gente non dice mai niente di diverso.
Una ribellione individuale che porta uno dei protagonisti a dire: “vivo qui in questa baracca sulla spiaggia senza risorse economiche…come faccio? Vado a pesca, mi accontento di poco e poi basta ridurre le esigenze!”
Ieri sera il messaggio di quel libro/film è arrivato in modo diverso nelle mie riflessioni, è ovvio, direte, avevi trent'anni! È vero, ma è anche vero che c'erano già allora tutte le avvisaglie della deriva in cui siamo scioccamente caduti. I consumi eccessivi, gli stili di vita fasulli, ma anche le isolate prese di coscienza, le ribellioni individuali. E allora, mi chiedo, perché vent'anni fa quelli di trent'anni non hanno fatto nulla per cambiare rotta? Perché le reazioni personali non sono diventati movimenti?
Oggi non ho risposte, non le tento neppure, semplicemente vorrei condividere in questo spazio una personale amarezza nel constatare quanto un messaggio che vent'anni fa interpretai come positivo e stimolante (…si, si, il mondo fa schifo, ma ci sono sempre posti come Puerto Escondido…), si sia trasformato nella constatazione di un fallimento annunciato. E non ci sono più né “si, si…” ne “ma”.
Oggi, almeno, abbiamo certezze. La certezza di una cecità volontaria iniziata - almeno - vent'anni fa. La certezza di essere stati troppo superficiali.
Oggi, a proposito di movimenti, questi almeno esistono: che sia il caso di votarli?
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