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Postato da Matioggi, 16:16
“non ho idea se i nostri gruppi comunali abbiano qualche idea precisa in proposito, nè se la dovrebbero esporre”
Personalmente gradirei molto che i nostri amministratori si esprimessero in merito ad una questione così delicata e a noi così vicina. Temo però che non ci sia grande disponibilità ad approfondire e dialogare, tenendo conto anche di alcuni superficiali commenti letti altrove.
La politica (in modo trasversale così come trasversali sono gli interessi in gioco) ha per vent'anni pensato di poter relegare una forma di resistenza costante e pacifica ad una dimensione locale tanto che ancora oggi si pensa di poter mettere a tacere il dissenso con una qualche forma di risarcimento economico ai comuni coinvolti.
Il movimento però è cresciuto quantitativamente e qualitativamente. Poche centinaia di “muntagnin” hanno saputo portare le proprie rivendicazioni a livello nazionale sia mediaticamente sia politicamente.
Lo Stato ha metodicamente rifiutato il confronto delegittimando la protesta e non riconoscendo le popolazioni locali quali soggetti di un ipotetico contradditorio salvo dimostrare poi di aver perso la propria autorevolezza e scadendo nell'autoritarismo.
La questione No Tav sta dimostrando forse che la salvaguardia del territorio e del bene comune non può più essere totalmente delegata agli amministratori, politici o tecnici che siano?
Personalmente gradirei molto che i nostri amministratori si esprimessero in merito ad una questione così delicata e a noi così vicina. Temo però che non ci sia grande disponibilità ad approfondire e dialogare, tenendo conto anche di alcuni superficiali commenti letti altrove.
La politica (in modo trasversale così come trasversali sono gli interessi in gioco) ha per vent'anni pensato di poter relegare una forma di resistenza costante e pacifica ad una dimensione locale tanto che ancora oggi si pensa di poter mettere a tacere il dissenso con una qualche forma di risarcimento economico ai comuni coinvolti.
Il movimento però è cresciuto quantitativamente e qualitativamente. Poche centinaia di “muntagnin” hanno saputo portare le proprie rivendicazioni a livello nazionale sia mediaticamente sia politicamente.
Lo Stato ha metodicamente rifiutato il confronto delegittimando la protesta e non riconoscendo le popolazioni locali quali soggetti di un ipotetico contradditorio salvo dimostrare poi di aver perso la propria autorevolezza e scadendo nell'autoritarismo.
La questione No Tav sta dimostrando forse che la salvaguardia del territorio e del bene comune non può più essere totalmente delegata agli amministratori, politici o tecnici che siano?
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