martedì 22 giugno 2010

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Postato da Laura Martinottioggi, 13:54

altro spunto, stesso tema.

E che dire del "ricordo" che il Vaticano, per il suo tramite l'Osservatore Romano, dedica a Josè Saramago?

Cito dall'articolo "L'onnipotenza (presunta) del narratore":
"un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all'ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo. Lucidamente autocollocatosi dalla parte della zizzania nell'evangelico campo di grano, si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell'inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle 'purghe', dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi"

I valori del cristianesimo mi sembrano lontani dalla Chiesa che compila un "elogio funebre" di siffatta violenza.

La domanda che mi pongo oggi è se la Chiesa è una sola oppure vi sia una sorta di schizofrenia all'interno di essa. Questa domanda mi sorge spontanea ricordando i principi di solidarietà, tolleranza, fratellanza che si schiantano contro i termini "pervicace" e contro l'artificio dialettico che pone a risposta di una domanda, un'altra domanda. Non mi pare infatti all'altezza di un Vaticanista ribattere alle crociate e all'inquisizione che turbavano i sonni di Saramago con i gulag e tutto il resto. Soprattutto non in un articolo al quale il morto non potrà rispondere. Mi evoca sensazioni vendicative, stizzite, di odio e disprezzo.

Saramago ha sicuramente posto un sacco di interrogativi sul posto dell'uomo nella natura e nella società  e ha trovato le sue risposte, una di queste è che non è possibile che un Dio (inteso come il Dio del Nuovo Testamento) possa permettere tutto il Male che si vede in Terra. Quindi Dio non esiste.

Lo vogliamo chiamare uno "scivolone" del Vaticano? Oppure un adeguamento al clima di contrapposizione che ostinatamente si cerca di instaurare e preservare in questo Paese e nel mondo Occidentale tutto?

Non è detto che ci sia qualcuno che per forza è nostro nemico, certo c'è qualcuno che la pensa diversamente da noi. Con il diverso da noi parliamoci, ascoltiamolo e facciamoci ascoltare e se non si arriverà a nulla, lasciamoci con una stretta di mano. Senza l'odio, l'acredine o desiderio di vendetta. Salutiamo Saramago con un saluto tristemente definitivo,  salutiamolo con un addio (a-Dio).

pace
Laura






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