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Postato da alberto casalealle oggi, 12:55
....alla luce del REGOLAMENTO!
Ciao a tutti, su questo sito uno non si può ammalare qualche giorno, che si trova sommerso di temi e di discussioni!
Battute a parte, ci sono cose serissime in gioco: l'argomento del periodico comunale (di cui mi sono occupato per alcuni anni come Assessore) e gli ultimi sviluppi rientrano appieno tra queste. Quando ho saputo da Simone degli esiti della riunione con le associazioni, ho solo pensato all'ennesimo (purtroppo) esempio di arroganza, naturalmente esercitata con atto unilaterale, e privo di qualsiasi motivazione e senso.
Mi sono procurato il Regolamento di LA CASSA VOCI E NOTIZIE (che qualche anno fa ho contribuito a scrivere ed approvare in consiglio) e naturalmente, rileggendolo attentamente, non ho trovato nessuna motivazione o giustificazione alla scelta di escludere i contributi delle Associazioni dal periodico. (E' sul sito del comune, per comodità a breve lo carichiamo anche qui).
Allora: "ART 1: l'Amministrazione Comunale promuove l'informazione dei cittadini, la loro partecipazione alle attività pubbliche l'ASSOCIAZIONISMO LOCALE, la libera circolazione delle idee e la loro azione collettiva...... " già qui si sarebbe da fare la rivoluzione. E' paradossale che possano circolare le lettere, come sono circolate, mentre le Associazioni sono insensatamente imbavagliate "per placare gli animi": ditemi voi se ha senso, perchè io non l'ho trovato. Chiedo con grande serietà e preoccupazione all'Assessore di spiegarne le reali motivazioni e di dire ala luce di quale regolamento ha scelto questa strada assurda.
Ogni scelta sul periodico, a norma di Regolamento, la deve fare la Redazione, che è composta dal Sindaco o suo delegato (e quindi l'Assessore delegato c'è), dal Direttore responsabile, dal direttore della Biblioteca, dai membri indicati da maggioranza e minoranza e nominati dal Consiglio.
Ora che succede? Che la Redazione (già, ma quale Redazione? Perchè a termini di Regolamento la vecchia Redazione sarebbe decaduta al passaggio di Amministrazione, la nuova non è ancora nominata) di fatto non esiste, ma comunque qualcuno viene convocato e scopre le decisioni già prese. L'unica modalità "corretta" di decidere le linee editoriale e, al limite, anche le scelte drastiche, era la discussione nella Redazione. Cos'altro c'è da aggiungere? Chiamiamola censura, chiamamola "pacificazione delle tensioni", chiamiamola "normalizzazione": non riesco a vederci nulla di buono e di pacificatore. Se tensioni c'erano, non è così che si risolvono. Mi sembra elementare da capire! Evidentemente i nostri Amministratori non la pensano così. Ma sono anche preoccupato perchè credo che nessun Amministratore Comunale si sia posto il problema di leggere il Regolamento che -superfluo ricorda rlo- è stato approvato dal Consiglio Comunale e solo il consiglio è la sede per eventualmente discuterne le modifiche.
Sinceramente, mi spiace che il nostro contributo del Gruppo di Minoranza fosse già stato consegnato, perchè lo avrei immediatamente ritirato: vi preannuncio che sul prossimo numero, e fino a quando le cose non si siano chiarire e verificate a termini di regolamento, La Cassa un Paese per tutti non scriverà più sul periodico comunale. Parlando con alcuni amici, anche a noi è sembrato un segnale significativo quello di restituire il numero in comune. Constatando che molti la pensano così, aggiungo anche la mia personale condivisione: è una forma di protesta pacifica e visibile.
Leggetevi il Regolamento e fatemi sapere cosa ne pensate.
ALBERTO
Battute a parte, ci sono cose serissime in gioco: l'argomento del periodico comunale (di cui mi sono occupato per alcuni anni come Assessore) e gli ultimi sviluppi rientrano appieno tra queste. Quando ho saputo da Simone degli esiti della riunione con le associazioni, ho solo pensato all'ennesimo (purtroppo) esempio di arroganza, naturalmente esercitata con atto unilaterale, e privo di qualsiasi motivazione e senso.
Mi sono procurato il Regolamento di LA CASSA VOCI E NOTIZIE (che qualche anno fa ho contribuito a scrivere ed approvare in consiglio) e naturalmente, rileggendolo attentamente, non ho trovato nessuna motivazione o giustificazione alla scelta di escludere i contributi delle Associazioni dal periodico. (E' sul sito del comune, per comodità a breve lo carichiamo anche qui).
Allora: "ART 1: l'Amministrazione Comunale promuove l'informazione dei cittadini, la loro partecipazione alle attività pubbliche l'ASSOCIAZIONISMO LOCALE, la libera circolazione delle idee e la loro azione collettiva...... " già qui si sarebbe da fare la rivoluzione. E' paradossale che possano circolare le lettere, come sono circolate, mentre le Associazioni sono insensatamente imbavagliate "per placare gli animi": ditemi voi se ha senso, perchè io non l'ho trovato. Chiedo con grande serietà e preoccupazione all'Assessore di spiegarne le reali motivazioni e di dire ala luce di quale regolamento ha scelto questa strada assurda.
Ogni scelta sul periodico, a norma di Regolamento, la deve fare la Redazione, che è composta dal Sindaco o suo delegato (e quindi l'Assessore delegato c'è), dal Direttore responsabile, dal direttore della Biblioteca, dai membri indicati da maggioranza e minoranza e nominati dal Consiglio.
Ora che succede? Che la Redazione (già, ma quale Redazione? Perchè a termini di Regolamento la vecchia Redazione sarebbe decaduta al passaggio di Amministrazione, la nuova non è ancora nominata) di fatto non esiste, ma comunque qualcuno viene convocato e scopre le decisioni già prese. L'unica modalità "corretta" di decidere le linee editoriale e, al limite, anche le scelte drastiche, era la discussione nella Redazione. Cos'altro c'è da aggiungere? Chiamiamola censura, chiamamola "pacificazione delle tensioni", chiamiamola "normalizzazione": non riesco a vederci nulla di buono e di pacificatore. Se tensioni c'erano, non è così che si risolvono. Mi sembra elementare da capire! Evidentemente i nostri Amministratori non la pensano così. Ma sono anche preoccupato perchè credo che nessun Amministratore Comunale si sia posto il problema di leggere il Regolamento che -superfluo ricorda rlo- è stato approvato dal Consiglio Comunale e solo il consiglio è la sede per eventualmente discuterne le modifiche.
Sinceramente, mi spiace che il nostro contributo del Gruppo di Minoranza fosse già stato consegnato, perchè lo avrei immediatamente ritirato: vi preannuncio che sul prossimo numero, e fino a quando le cose non si siano chiarire e verificate a termini di regolamento, La Cassa un Paese per tutti non scriverà più sul periodico comunale. Parlando con alcuni amici, anche a noi è sembrato un segnale significativo quello di restituire il numero in comune. Constatando che molti la pensano così, aggiungo anche la mia personale condivisione: è una forma di protesta pacifica e visibile.
Leggetevi il Regolamento e fatemi sapere cosa ne pensate.
ALBERTO
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