lunedì 11 luglio 2011

Notifica aggioramenti da lacassa.net

Ultimi articoli commentati

Guardare lontano, tra cemento e ambiente

Postato da Laura LaLunga Martinoggi, 09:57

Grazie Italo.

La mia dichiarazione di voto contrario è solo una delle tappe di un percorso iniziato da tempo. Un percorso che mi ha portato a comprendere quanto una pianificazione territoriale di questo tipo sottrarrà alle future generazioni grandi porzioni di boschi e prati. Irreversibilmente.

Per questo motivo le mie azioni di denuncia e contrasto al maltrattamento del nostro territorio non si esauriranno con la mia dichiarazione di voto.

Attendiamo, nel frattempo, che il piano regolatore torni dalla Regione Piemonte e poi verificherò la possibilità di mettere in atto ulteriori azioni. Da quanto posso capire (e per quel che posso sperare) non sarò sola in questo cammino.


Riporto, per completezza di informazione, la mia dichiarazione di voto durante l'ultimo consiglio comunale:

 Quando, durante la precedente amministrazione,  si iniziò a parlare della quinta variante diedi un libercolo da leggere ad Alberto che trattava dei comuni virtuosi a crescita zero.
Alla consegna del libro ci fu una breve discussione durante la quale esternai le mie perplessità sulla possibilità di ampliare ancora il suolo consumato. Mi venne risposto che senza gli oneri di urbanizzazione il comune sarebbe andato in fallimento
Per la verità questa affermazione l'ho sentita pronunciare anche dall'attuale amminsitrazione. Insomma tutti d'accordo.
Arrivarono quindi le osservazioni della regione piemonte nelle qualli si evidenziava il fatto che l'aumento del suolo consumato era notevole, troppo. E quindi si chideva di ridurlo.
In quell'occasione studiai più attentamente la variante e con l'aiuto di google maps mi resi conto che grandi porzioni di terreno boschivo e di prato sarebbero sparite a beneficio di eleganti villette a schiera.
Non potevo accettarlo. Non posso accettarlo.
L'accoglimento delle osservazioni della regione piemonte e stato fatto in modo, per così dire, elastico. Una notevole riduzione del suolo consumato si è ottenuta togliendo il pec1, l'unica zona che aveva forse senso costruire, ma si sono mantenute tutte le zone che ora sono boschi, prati. Boschi e prati.
Stiamo dotando le nostre future generazioni, i nostri figli e i nostri nipoti di un paese dove al posto del verde, di boschi e di prati ci saranno cemento e asfalto.
Avranno salotti comodi nei quali giocare ma meno alberi sui quali arrampicarsi.
Impegnarsi in un piano regolatore a crescita zero non è cosa semplice ma è fattibile. Sarebbe stato necessario un completo stravolgimento dell'idea di conduzione dell'amminstrazione di un paese. Sarebbe stato necessario valorizzare il nostro territorio per quello che può offrire così com'è, con il Parco della Mandria vicino, con i sentieri da rivalutare, i campeggi da rilanciare e una politica tesa al benessere degli abitanti di la cassa e non al loro incondizionato aumento (per altro difficilmente supportabile con adeguati servizi che già ora sono carenti, vedi la scuola materna e i trasporti, tanto per fare un paio di esempi.
Questa variante non mi trova d'accordo, la filosofia stessa che sta alla base di questo piano regolatore non mi può trovare d'accodo. Non posso essere complice della sostituzione di interi appezzamenti verdi con del cemento, anche se poi attorno al cemento ci saranno dei giardini, ma saranno cintati.
Spero che quanto fatto in questi mesi sul sito di lacassa.net, il fatto di aver reso pubblico il piano regolatore, le osservazioni della regione e di rendere pubbliche soprattutte le mie perplessità e quelle di altri numerosi cittadini porti questa e le future ammiinstrazioni a sentirsi in qualche modo osservata nelle sue azioni e la porti  anche a considerare una sesta variante a misura di natura, di uomo e non di consumatore.
 Per questi motivi esprimerò il mio voto contrario.

Nel pessimismo che sta invadendo il mio animo negli ultimi mesi, motivato dalle brutture che l'informazione del nuovo ordine globale ci sta proprinando, trovo un piccolo fiato di speranza nel continuare a lottare per la nostra comunità.  Perchè è di questo che si tratta, preservare e far crescere la comunità nella quale si vive, nella consapevolezza che tante piccole comunità formano una Paese, un paese migliore.

Il primo passo, che ritengo indispensabile ora, è difendere il nostro territorio, a costo di piangere lacrime chimiche.

pace
LLL

ps Noi al Colverso i fazzoletti li abbiamo già preparati da un pezzo ;-)

 

Puoi disabilitare l'invio delle novità dalla pagina del tuo profilo. clicca qui