domenica 3 luglio 2011

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In Val Susa c'è una guerra

Postato da Lucaoggi, 01:25

Questa mattina ci siamo organizzati.
Un mio caro amico, ed un amico che non è, ma è un fratello, sono partiti in bici per quel di Chiomonte da La Cassa alle 7.00 del mattino per essere vicini ai valligiani e per vedere quello che gli occhi possono vedere senza essere schermati da quello che i telegiornali e giornali possono raccontarci.
Io, meno allenato e più pigro, parto da La Cassa con la mia bici sul furgone e li raggiungo a Susa al punto di ritrovo intorno alle 9.45. quattro chiacchere, un panino per loro per rifornirsi dal lungo pedalare e via di nuovo per la meta, con la speranza che la nostra presenza e la nostra partecipazione possa dare un minimo di aiuto a chi combatte (a nostro modo di vedere) in modo pacifico a quello che ritengo un abuso antidemocratico e fascista e vigliacco di imporre regole ad una popolazione ( e scusate, ma al momento l'opinione di altri non mi interessa).
Arrivato a Chiomonte, calo la mia bici dal furgone e raggiungo i due pazzi.
Li per li mi pare che il fiume di gente che doveva esserci non esisteva, e mi domandavo allora che ci faceva quel rumore continuo ed inquietante delle pale dell'elicottero sopra la nostra testa. Continuiamo a pedalare per circa 1,5 Km, parliamo con le persone che si direzionavano verso una probabile meta, senza anch'esse sapere bene dove andare, arriviamo su un cavalcavia e ci affacciamo dove tutti guardavano e indirizzavano le proprie dita, per far notare ai bambini, anziani, amici del momento, cani, cosa c'era. Guardiamo anche noi , e notiamo stupefatti un serpentone lunghissimo di gente che marciava dall'altra parte della vallata. Ma si arriva? E come, da dove? Continuate sulla strada, un paio di chilometri e ad un punto le strade si incrociano, ci dissero.
Andiamo, e con noi tutti quelli che prima osservavano, chi a piedi, chi in bici, chi (e giuro) in carrozzina, chi con passeggini, anziani, ragazzi, tutti con la speranza di essere d'aiuto con la presenza, con il pensiero,l'energia vitale dell'essere, di esserci.
Ci immergiamo nel fiume di persone, parliamo, scherziamo, discutiamo, ma intanto sentiamo continuamente il turbinio delle pale di quell'elicottero, ed in lontananza si comincia sentire rumore di botti.
Le notizie si rincorrono, hanno ripreso il cantiere perso una settimana fa, ci sono scontri tra i manifestanti, sparano i lacrimogeni, non direzionatevi verso quella zona. Ma la gente, la gente pacifica continua imperterrita la propria marcia, facendo sentire il proprio essere. Una semplice marcia, una semplice e continua unità d'intenti. Fantastico.
Dall'altra parte della vallata, nei punti nevralgici e vero ci sono gli scontri, in lontananza (ma non troppo) sembra di assistere a prove di guerra civile, si notano fiamme, getti d'acqua lanciati, fumi, botti, spari, grida, si notano gli scintillii dei caschi delle forze armate che corrono, applausi, ed altro. I commenti nella nostra testa si accavallano, a volte li esterniamo ai nostri vicini, ma siamo tutti attoniti, si scherza si parla, ma nel nostro profondo io siamo tutti affranti. Ma in che mondo siamo, in che Paese siamo.
Continuiamo il ritorno verso Chiomonte, ci sfamiamo vicino ad una fontana, prendendo tre panini e tre birre Moretti in una panetteria, panini con salame, toma stagionata della valle, addentati per bene e mandati giu con delle belle golate di birra fresca. Nel frattempo un signore anziano comincia in mezzo alla piazza un mezzo comizio, dicendo le sue idee su Stato, politici, interessi. Una piccola folla di persone ascolta, tra cui noi ed annuisce. Il più chiacchierone e rompiballe tra noi tre gli va a porre delle domande  su cose che non lo convincevano, anzi lo infastidivano, si parlano ed alla fine scoprono che le idee collimavano, finisce quasi tutto con un abbraccio ed una stretta di mano. Bellissimo.
Andiamo? Ma si, andiamo.
I botti continuano, le notizie che girano sono sempre più allarmanti, e poi ste pale di elicottero, anzi di elicotteri, perche sono diventati tre, sempre più inquietanti.
Ci direzioniamo verso il furgone per il ritorno, ma la folla ci rapisce, ci incanta, guardiamo di qua, di la, sentiamo e poi ad un tratto arriva Grillo, si quello che fa ridere, lo ascoltiamo, indica come eroi i manifestanti, quelli pacifici schernisce un po i facinorosi, dicendo che ci sono modi per manifestare diversi (arrivo a casa e sento tramite i tg tutt'altro, ma io ero li ed ho sentito!!!) più “pacifici”.
Ascoltiamo, vediamo la nascita del blocco stradale nuovo, e rivediamo sopra le nostre teste sti elicotteri con il loro rumore oramai noto, presi dalle notizie sempre più inquietanti che si rincorrono, e presi anche dal timore di essere presi in mezzo decidiamo che è ora di rientrare, saranno state le 16.00.
A stò giro però sono io che prendo la bici e decido di fare ritorno a La Cassa in bici, ed uno dei due miei amici guiderà il furgone. Cosi avviene.
Duro sino a Caselette, 47 Km, poi telefono e dico, senti amico mio vieni a prendermi non ce la faccio più.
Sinceramente, non so se è stata la stanchezza o i pensieri molteplici che si sono contorti dentro la mia testa dalla partenza da Chiomonte sino a Caselette, fatto sta che è stata una bellissima/bruttissima giornata.
 

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