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Postato da italooggi, 17:02
Ci risiamo: viene attaccata la libertà di Internet.
Come vedete sul sito (http://www.repubblica.it/rubriche/la-legge-bavaglio/2010/05/12/news/censura_internet-4024364/) di Repubblica, il DDL sulle intercettazioni contiene un 'codicillo' che mette in pericolo la libertà di chi scrive in rete.
Ancora una volta ci scontriamo contro l'ignoranza di chi scrive le leggi e vedrete che, anche questa volta, la rete ne uscirà indenne.
So che qualcuno di voi pensa che la rete non sia affatto libera; mettiamo ora da parte queste considerazioni che potremo affrontare a parte, magari svicerando il tema delle darknet, le reti oscure con contenuti 'protetti' dalle scorribande di google e dei governi (Tra parentesi: bastano pochi passi per trovare cose... inusuali sulle scie chimiche).
In questo momento in Italia si sta vietando la diffusione delle intercettazioni telefoniche e, paralleleamente, si minacciano di multe da decine di migliaia di euro i responsabili di siti che non pubblicano ciò che il governo vuole.
Già il governo francese ci ha rimesso la faccia con il suo decreto sulla punibilità con la disconnessione a chi scarica files 'illegali', altri governi ancora (cina, iraq) hanno tentato di bloccare la rete; sembra tuttavia che queste azioni non riescano ad ottenere lo scopo per cui vengono praticate: evitare che le informazioni si diffondano.
Immaginiamo che io abbia a disposizione intercettazioni telefoniche non diffusibili, cioè una informazione di cui è vietata la pubblicazione; se le pubblico su lacassa.net l'autorità italiana può prendermi per la collottola e portarmi in galera. Poco importa la gravità del contenuto delle intercettazioni: la mia azione verrà punita comunque. Per salvaguardare la privacy di persone che potrebbero essere coinvolte.
Fisicamente i files di lacassa.net risiedono in prima istanza a Torino, all'ultimo piano del palazzo Lancia.
Potrei però spostare lacassa.net al di fuori dell'Italia; alcuni server che utilizzo per pubblicare siti sono fisicamente in Texas, alimentati al 130% da energia eolica. Cosa capiterebbe se io pubblicassi là le intercettazioni? Il reato verrebbe messo in atto al di fuori dell'Italia, non perseguibile dalla legislazione nazionale. Certo, tramite accordi Italia-USA potrei ancora essere perseguibile.
Allora potrei trovare un altro workaround, una scorciatoia: pubblicare sulle nuvole. Non è uno scherzo: esistono nuvole di computer (tecnologia cloud) in base alle quali quello che viene visto come un singolo computer in realtà non esiste, ma è la parte infinitesima di un insieme mutevole di computer sparsi in tutto il mondo che si collegano per formare una specie di... organismo.
Non stiamo parlando di fantascienza: quando vi collegate alla pagina di google il computer che vi risponde è un cloud.
Quindi se pubblicassi le intercettazione su una nuvola di computer dispersa in tutto il mondo chi ancora potrebbe impormi di rimuoverle? Qualcuno potrebbe dire: sì, ma l'autore è comunque italiano e sarebbe perseguibile.
No, anche questo è facilmente aggirabile; esistono parecchi sistemi di anonimizzazione che rendono irrintracciabile l'autore dello scritto.
Penso che questi attacchi ad Internet siano lo specchio dell'ignoranza di chi li persegue; abbiamo bisogno di una classe dirigente che lo capisca.
Penso che vietare la diffusione delle informazioni diventerà sempre più impossibile: vediamone i lati positivi ed i lati negativi per utilizzare la rete per il bene comune.
Come vedete sul sito (http://www.repubblica.it/rubriche/la-legge-bavaglio/2010/05/12/news/censura_internet-4024364/) di Repubblica, il DDL sulle intercettazioni contiene un 'codicillo' che mette in pericolo la libertà di chi scrive in rete.
Ancora una volta ci scontriamo contro l'ignoranza di chi scrive le leggi e vedrete che, anche questa volta, la rete ne uscirà indenne.
So che qualcuno di voi pensa che la rete non sia affatto libera; mettiamo ora da parte queste considerazioni che potremo affrontare a parte, magari svicerando il tema delle darknet, le reti oscure con contenuti 'protetti' dalle scorribande di google e dei governi (Tra parentesi: bastano pochi passi per trovare cose... inusuali sulle scie chimiche).
In questo momento in Italia si sta vietando la diffusione delle intercettazioni telefoniche e, paralleleamente, si minacciano di multe da decine di migliaia di euro i responsabili di siti che non pubblicano ciò che il governo vuole.
Già il governo francese ci ha rimesso la faccia con il suo decreto sulla punibilità con la disconnessione a chi scarica files 'illegali', altri governi ancora (cina, iraq) hanno tentato di bloccare la rete; sembra tuttavia che queste azioni non riescano ad ottenere lo scopo per cui vengono praticate: evitare che le informazioni si diffondano.
Immaginiamo che io abbia a disposizione intercettazioni telefoniche non diffusibili, cioè una informazione di cui è vietata la pubblicazione; se le pubblico su lacassa.net l'autorità italiana può prendermi per la collottola e portarmi in galera. Poco importa la gravità del contenuto delle intercettazioni: la mia azione verrà punita comunque. Per salvaguardare la privacy di persone che potrebbero essere coinvolte.
Fisicamente i files di lacassa.net risiedono in prima istanza a Torino, all'ultimo piano del palazzo Lancia.
Potrei però spostare lacassa.net al di fuori dell'Italia; alcuni server che utilizzo per pubblicare siti sono fisicamente in Texas, alimentati al 130% da energia eolica. Cosa capiterebbe se io pubblicassi là le intercettazioni? Il reato verrebbe messo in atto al di fuori dell'Italia, non perseguibile dalla legislazione nazionale. Certo, tramite accordi Italia-USA potrei ancora essere perseguibile.
Allora potrei trovare un altro workaround, una scorciatoia: pubblicare sulle nuvole. Non è uno scherzo: esistono nuvole di computer (tecnologia cloud) in base alle quali quello che viene visto come un singolo computer in realtà non esiste, ma è la parte infinitesima di un insieme mutevole di computer sparsi in tutto il mondo che si collegano per formare una specie di... organismo.
Non stiamo parlando di fantascienza: quando vi collegate alla pagina di google il computer che vi risponde è un cloud.
Quindi se pubblicassi le intercettazione su una nuvola di computer dispersa in tutto il mondo chi ancora potrebbe impormi di rimuoverle? Qualcuno potrebbe dire: sì, ma l'autore è comunque italiano e sarebbe perseguibile.
No, anche questo è facilmente aggirabile; esistono parecchi sistemi di anonimizzazione che rendono irrintracciabile l'autore dello scritto.
Penso che questi attacchi ad Internet siano lo specchio dell'ignoranza di chi li persegue; abbiamo bisogno di una classe dirigente che lo capisca.
Penso che vietare la diffusione delle informazioni diventerà sempre più impossibile: vediamone i lati positivi ed i lati negativi per utilizzare la rete per il bene comune.
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