Ultimi interventi sul forum
Postato da italooggi, 00:24
Bunga Bunga a te, Stefano, e spero sia un augurio.
E' un piacere, di questi tempi, leggere gli interventi sul forum; così com'è un piacere vedere che nuove teste si affacciano alla nostra comunità telematica.
Vorrei però risponderti al potere del click; non solo personalmente, come ho già fatto, ma anche qui in modo da allargare i nostri discorsi a chi ci può essere di molto, moltissimo aiuto per affrontare questo problema del click.
Il click è quello del telecomando: spegnere la televisione.
Per qualche famiglia, anche nel nostro territorio, vuol dire anche eliminare fisicamente il televisore da casa, così da liberarsi finalmente dalla scatola infernale.
Come sai, non sono d'accordo.
Mi sembra un atteggiamento luddista.
Lo scopo è rompere con questa tecnologia perchè è espressione di un potere di controllo sulle nostre menti; dal vangelo secondo Orwell in poi tutti sappiamo che l'infernal scatolotto a questo è dedicato e chi lo esclude dalle proprie vite sottrarsi vuol da cotanto mentale infernal intruglio.
Tuttavia.
(ah, bellissimo il tuttavia. Mi ci perdo dentro, potrei farne una canzone alla Avion Travel e metterla come sottofondo in un film col protagonista perso in un aeroporto andino. Ma di nuovo mi perdo nelle parole, riemergo.)
Tuttavia nei mezzi di comunicazione di massa (ah, anche questo è bello, da perdersi, sono armi anche d'istruzione di massa) non tutto è perduto.
Potrai dirmi le peggior cose che vuoi della televisione; non potrai mai togliermi l'illuminazione che a volte, a fine pasto, Blob mi ha dato, o la poesia struggente che quel programma geniale ha regalato a tutti mettendo insieme musiche e immagini, cucendo pezzi di vita televisiva, creando un metalinguaggio dove s'intersecano iperboli semantiche e linguaggi visivi: geni, sono semplicemente geni del nostro tempo, e si esprimono con i mezzi di oggi.
Quattro note di Because the night [belong to lovers] di Patty Smith (Alberto, conferma!) con il fantasma diafano della fanciulla sott'acqua di fuori orario, cugino di blob in ore da straordinario non pagato, sono sufficienti per farmi viaggiare per immagini la notte intera.
Nè potrò fare a meno dei programmi di informazione: da prendere con le pillole, da seguire saltuariamente, da spegnere (click!) appena stufano, anche da ignorare; ma non da eliminare. C'è qualcuno lì che lavora seriamente.
Nè mi potrebbe mancare rai storia, canale con contenuti di valore inestimabile. E che dire di current TV, che fa vedere ciò che nessun'altra televisione oserebbe? E di deve tacere della trasmissione metereologica che riesce ad intervistare le menti più eclettiche dei nostri tempi?
(Se poi passiamo alla radio, la perla di radiotre ha un valore inestimabile: sono vent'anni che la sento, sono vent'anni che le devo alcuni degli stimoli culturali più notevoli. Auguri per i sessant'anni di radiotre)
Certo, da anni ai tasti 4,5,6 del telecomando non ci sono più i canali mediaset; io, mia moglie e i miei figli non ne sentiamo la mancanza.
Mente sull'1 si forma spesso la polvere, presto lo dirigeremo su migliori lidi.
Il mezzo è pericoloso e ci si deve dotare di strumenti adatti per utilizzarlo bene; su questo sono d'accordo, il cervello non va lasciato in standby quando la tele è accesa.
Giustissimo il potere del click; tanto quello di spegnere, quanto quello di accendere, e quello di scegliere; l'importante penso sia utilizzare la televisione come scelta e non come sottofondo, accenderla solo quando si sa che cosa si vuole guardare.
Anche se spesso la spengo e preferisco mettere le mani su una tastiera.
Click.
E' un piacere, di questi tempi, leggere gli interventi sul forum; così com'è un piacere vedere che nuove teste si affacciano alla nostra comunità telematica.
Vorrei però risponderti al potere del click; non solo personalmente, come ho già fatto, ma anche qui in modo da allargare i nostri discorsi a chi ci può essere di molto, moltissimo aiuto per affrontare questo problema del click.
Il click è quello del telecomando: spegnere la televisione.
Per qualche famiglia, anche nel nostro territorio, vuol dire anche eliminare fisicamente il televisore da casa, così da liberarsi finalmente dalla scatola infernale.
Come sai, non sono d'accordo.
Mi sembra un atteggiamento luddista.
Lo scopo è rompere con questa tecnologia perchè è espressione di un potere di controllo sulle nostre menti; dal vangelo secondo Orwell in poi tutti sappiamo che l'infernal scatolotto a questo è dedicato e chi lo esclude dalle proprie vite sottrarsi vuol da cotanto mentale infernal intruglio.
Tuttavia.
(ah, bellissimo il tuttavia. Mi ci perdo dentro, potrei farne una canzone alla Avion Travel e metterla come sottofondo in un film col protagonista perso in un aeroporto andino. Ma di nuovo mi perdo nelle parole, riemergo.)
Tuttavia nei mezzi di comunicazione di massa (ah, anche questo è bello, da perdersi, sono armi anche d'istruzione di massa) non tutto è perduto.
Potrai dirmi le peggior cose che vuoi della televisione; non potrai mai togliermi l'illuminazione che a volte, a fine pasto, Blob mi ha dato, o la poesia struggente che quel programma geniale ha regalato a tutti mettendo insieme musiche e immagini, cucendo pezzi di vita televisiva, creando un metalinguaggio dove s'intersecano iperboli semantiche e linguaggi visivi: geni, sono semplicemente geni del nostro tempo, e si esprimono con i mezzi di oggi.
Quattro note di Because the night [belong to lovers] di Patty Smith (Alberto, conferma!) con il fantasma diafano della fanciulla sott'acqua di fuori orario, cugino di blob in ore da straordinario non pagato, sono sufficienti per farmi viaggiare per immagini la notte intera.
Nè potrò fare a meno dei programmi di informazione: da prendere con le pillole, da seguire saltuariamente, da spegnere (click!) appena stufano, anche da ignorare; ma non da eliminare. C'è qualcuno lì che lavora seriamente.
Nè mi potrebbe mancare rai storia, canale con contenuti di valore inestimabile. E che dire di current TV, che fa vedere ciò che nessun'altra televisione oserebbe? E di deve tacere della trasmissione metereologica che riesce ad intervistare le menti più eclettiche dei nostri tempi?
(Se poi passiamo alla radio, la perla di radiotre ha un valore inestimabile: sono vent'anni che la sento, sono vent'anni che le devo alcuni degli stimoli culturali più notevoli. Auguri per i sessant'anni di radiotre)
Certo, da anni ai tasti 4,5,6 del telecomando non ci sono più i canali mediaset; io, mia moglie e i miei figli non ne sentiamo la mancanza.
Mente sull'1 si forma spesso la polvere, presto lo dirigeremo su migliori lidi.
Il mezzo è pericoloso e ci si deve dotare di strumenti adatti per utilizzarlo bene; su questo sono d'accordo, il cervello non va lasciato in standby quando la tele è accesa.
Giustissimo il potere del click; tanto quello di spegnere, quanto quello di accendere, e quello di scegliere; l'importante penso sia utilizzare la televisione come scelta e non come sottofondo, accenderla solo quando si sa che cosa si vuole guardare.
Anche se spesso la spengo e preferisco mettere le mani su una tastiera.
Click.
Postato da Igoroggi, 00:33
Una cosa che manca su Internet è di poter fare un bel sorriso senza dover usare quelle odiose faccette con le parentesi. Beh, Laura, immaginane uno...
Sono stanco anch'io di sentire chi si lamenta, ma devo dire che, una certa preoccupazione la provo.
I microcosmi sono un rifugio eccezionale, ma attenzione, non sono il mondo. La' fuori gira brutta gente...
Quando dico che ci vuole memoria storica intendo dire che c'è stato un salto di generazione in cui non siamo riusciti a trasmettere tutto quello che serviva. Abbiamo forse dato per scontato che certi concetti fossero ormai assimilati, incorporati dalla società. Ed ecco che spuntano i negazionismi, le revisioni più strampalate della storia, ed anche miti deviati.
Mi ha colpito, anni fa, sentire un bimbo in una intervista in Sicilia, che interrogato su cosa avrebbe voluto fare da grande rispose orgoglioso : "il mafioso".
Oggi sento continuamente da ragazzi più o meno giovani, di fronte a barzellette offensive, machismi da ventennio e dimostrazioni di onnipotenza del premier, l'espressione: "e un grande!". E' un grande? Ma allora abbiamo sbagliato tutto. Cosa abbiamo insegnato a scuola, a casa, per strada in questi anni, come abbiamo potuto tradire così i nostri vecchi?
Facciamo pure i gruppi di acquisto, uccidiamo l'insalata invece delle mucche, facciamo volontariato per l'ambiente, per l'antiincendi, per l'AVIS, parliamo di sostenibilità ambientale e di decrescita felice. Però qualche volta, anche se è un po' noioso e poco radical chic, spieghiamo ai nostri bimbi la differenza fra "un grande" e "un prepotente arrogante", per non dire di peggio..., e spieghiamo anche a quelli che, visto che la famiglia non glielo ha insegnato, l'hanno imparato da soli, che tirare fumogeni ai sindacalisti e picchiare i parlamentari, per odiosi che siano, porta solo a creare le condizioni per una nuova strategia della tensione (vedere riferimento su Wikipedia :-) (oops, mi è scappata la faccina). E se vogliamo strafare, spieghiamo anche ai pargoli, che quando saranno grandi e lavoreranno in una grande azienda, non dovranno mettersi in mutua per poter seguire la partita comodamente a casa, perchè cos&igrav e; si rischia di far chiudere la fabbrica (anche questo abbiamo dimenticato dii insegnare).
Guarda che sto ancora sorridendo, non te la prendere, niente di personale.
Per il resto, sai, l'ottimismo è continuare a parlare con la gente, a lavorare pensando di produrre qualcosa di concreto mentre qualcuno continua ad arricchirsi creando ricchezza virtuale, a mettere a letto la figlia la sera e a svegliarla il mattino, a godere di un'alba in montagna.
E poi... pago la mia casa, pago le mie illusioni, fingo d' aver capito che vivere è incontrarsi, aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare, bere, leggere, amare... grattarsi!
Ed anche stasera sono riuscito a non guardare la televisione....
Sono stanco anch'io di sentire chi si lamenta, ma devo dire che, una certa preoccupazione la provo.
I microcosmi sono un rifugio eccezionale, ma attenzione, non sono il mondo. La' fuori gira brutta gente...
Quando dico che ci vuole memoria storica intendo dire che c'è stato un salto di generazione in cui non siamo riusciti a trasmettere tutto quello che serviva. Abbiamo forse dato per scontato che certi concetti fossero ormai assimilati, incorporati dalla società. Ed ecco che spuntano i negazionismi, le revisioni più strampalate della storia, ed anche miti deviati.
Mi ha colpito, anni fa, sentire un bimbo in una intervista in Sicilia, che interrogato su cosa avrebbe voluto fare da grande rispose orgoglioso : "il mafioso".
Oggi sento continuamente da ragazzi più o meno giovani, di fronte a barzellette offensive, machismi da ventennio e dimostrazioni di onnipotenza del premier, l'espressione: "e un grande!". E' un grande? Ma allora abbiamo sbagliato tutto. Cosa abbiamo insegnato a scuola, a casa, per strada in questi anni, come abbiamo potuto tradire così i nostri vecchi?
Facciamo pure i gruppi di acquisto, uccidiamo l'insalata invece delle mucche, facciamo volontariato per l'ambiente, per l'antiincendi, per l'AVIS, parliamo di sostenibilità ambientale e di decrescita felice. Però qualche volta, anche se è un po' noioso e poco radical chic, spieghiamo ai nostri bimbi la differenza fra "un grande" e "un prepotente arrogante", per non dire di peggio..., e spieghiamo anche a quelli che, visto che la famiglia non glielo ha insegnato, l'hanno imparato da soli, che tirare fumogeni ai sindacalisti e picchiare i parlamentari, per odiosi che siano, porta solo a creare le condizioni per una nuova strategia della tensione (vedere riferimento su Wikipedia :-) (oops, mi è scappata la faccina). E se vogliamo strafare, spieghiamo anche ai pargoli, che quando saranno grandi e lavoreranno in una grande azienda, non dovranno mettersi in mutua per poter seguire la partita comodamente a casa, perchè cos&igrav e; si rischia di far chiudere la fabbrica (anche questo abbiamo dimenticato dii insegnare).
Guarda che sto ancora sorridendo, non te la prendere, niente di personale.
Per il resto, sai, l'ottimismo è continuare a parlare con la gente, a lavorare pensando di produrre qualcosa di concreto mentre qualcuno continua ad arricchirsi creando ricchezza virtuale, a mettere a letto la figlia la sera e a svegliarla il mattino, a godere di un'alba in montagna.
E poi... pago la mia casa, pago le mie illusioni, fingo d' aver capito che vivere è incontrarsi, aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare, bere, leggere, amare... grattarsi!
Ed anche stasera sono riuscito a non guardare la televisione....
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