giovedì 7 ottobre 2010

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Il distributore di acqua a La Cassa

Postato da Vittoria Faurooggi, 16:59

Premesso che ho sempre bevuto l'acqua del rubinetto, liscia o gasata con gasatore domestico e quindi ben venga ogni azione che favorisca la riduzione di plasitica e trasporti inutili, forse di questa idea del distributore di acqua mi sfugge qualcosa.

Posso capire il plus dell'acqua gasata, a conti fatti, volendo vedere anche l'aspetto economico, mi costerebbe meno di quella fatta in casa.

Però, francamente, non riesco a capire il valore aggiunto di un distributore di acqua naturale rispetto al toro verde situato lì accando, dove da sempre sgorga acqua fresca. E' fresca anche d'estate, che bisogno c'è di refrigerarla ? E' chiuso d'inverno perchè gela ? Forse si può risolvere dotando il toretto di una bella coperta...

Ma in effetti leggendo a fondo la bozza di convenzione non si parla mai di acqua naturale, ma solo di un punto di distribuzione di acqua microfiltrata refrigerata e gasata.

Com 'è allora la questione ? L'acqua naturale distribuita gratuitamente resta quella del toretto ? Quindi niente microfiltratura ? Personalmente ho le mie riserve sulla microfiltratura, non sul processo in sè quanto sulla manutenzione dei filtri che se non fatta in maniera adeguata diventa un ricettacolo di batteri. E a questo proposito un pelo mi inquieta leggere nella bozza che il prelievo e l'analisi dell'acqua verrà fatta dalla ditta secondo un piano di autocontrollo di cui dovrà dotarsi. Un po' vago, mi pare.

Meglio le analisi obbligatorie dell'ASL sull'acqua del rubinetto; se poi ecco, si potesse avere l'acqua naturale tutto l'anno, magari i ciclisti  di passaggio ne sarebbero contenti.

Il diaframma sottile: la storia del 'querceto'

Postato da alberto casaleoggi, 17:01

Ciao a tutti.
Questo sì che è un argomento su cui fare approfondite riflessioni da qui a mille generazioni!
Intanto, vanno infinitamente ringraziati gli amministratori dell'epoca: purtroppo, Teresa Mancinelle non c'è più (ed è una magra consolazione sapere che e mancata di morte naturale), così come non c'è più Leonildo, che tanto avrebbe ancora potuto dare al nostro paese, e che a me personalmente manca prima di tutto come amico (credo siamo in tanti a sentire la sua mancanza). Ma gli altri amministratori sono tuttora lacassesi vivi, vegeti e lucidi, e credo vada sottolineato il fatto che tutto il loro agire è stato pensato ed attuato per il bene delle generazioni che sarebbero venute dopo di loro, che avrebbero potuto vivere in un territorio non compromesso.
Credo vada poi sottolineato il fatto che la loro non è stata una posizione “una tantum”, in quel periodo di tempo limitato: a quell'Amministrazione va dato il merito di aver messo in cantiere il Primo Piano Regolatore del Comune (redatto dall'Ing. GAMERRO, che è stato l'ultimo presidente della Commissione Edilizia, con la nostra Amministrazione...adesso la Commissione Edilizia Comunale è stata eliminata...). Hanno fatto coerentemente quello che un buon amministratore deve fare: non pensare solo all'immediato (che pure è importante), ma porre le basi, i paletti, per il futuro: in questo caso, per la gestione corretta del territorio.
Nello specifico, il Querceto è stato inquadrato (e le successive Varianti di Piano hanno confermato questa situazione) come “AREA di RIORDINO AGRICOLO”, con una normativa urbanistica specifica, contenente le modalità di utilizzo dei suoli, le tipologie dei capanni agricoli, in un inquadramento generale nella normativa sovracomunale del Piano d'Area del Parco La Mandria.
Si era in definitiva provveduto a stabilire le regole che i proprietari e il comune avrebbero seguito per la gestione dell'area: in particolare i proprietari, riuniti in consorzio,avrebbero dovuto dotare a loro spese l'area del querceto di alcuni nuclei di servizi igienici. Negli anni, alcune cose sono state realizzate, altre no (i servizi igienici nessuno li ha mai visti, purtroppo): la situazione attuale , più o meno “cristallizzata”, vede una parte di lotti pressoché abbandonati, un'altra parte mantenuta in condizioni soddisfacenti, ci sono molti proprietari “virtuosi” e alcuni che fanno i furbi (ricordo più di un tentativo fallito da parte delle Guardie del Parco di constatare degli abusi edilizi), situazioni in gran parte regolari sotto l'aspetto urbanistico, e alcuni abusi.
Per tutti questi motivi, la nostra Amministrazione, una volta vigente la nuova Variante di Piano, aveva programmato di procedere nella direzione dell'aggiornamento del Piano di Riordino Agricolo, tenendo conto della situazione attuale, trent'anni dopo gli eventi “traumatici” dell'inizio della lottizzazione abusiva.
A proposito del riordino dell'area, mi sposto di qualche metro e vi racconto un'esperienza “amministrativa”: a fronte della richiesta del proprietario della Cascina Prolungo Inferiore di procedere alla ristrutturazione della Cascina per farvi un Centro benessere, la nostra amministrazione aveva accolto con favore l'ipotesi, a fronte di una Variante di Piano Regolatore (approvata e vigente), di un Protocollo di Intesa con la proprietà (per normare l'utilizzo pubblico di alcune parti della struttura, come la Sala conferenze, i parcheggi e il verde privati), per non parlare del ritorno sul territorio in termini di posti di lavoro (qualche decina, almeno), di oneri di urbanizzazione, di interventi di riqualificazione ambientale su aree pubbliche che il proprietario della cascina di era già impegnato ad effettuare nell'ambito di progetti a cura del Parco della Mandria sul fondovalle del Ceronda. Tutto questo, a fronte di un intervento che rispettava rigor osamente la parte “civile” della Cascina, che eliminava tettoie e tettoiette, per ristrutturare le volumetrie della cascina originaria. Un intervento, quindi, compatibile con l'esistente, tanto più che gli ambienti più impattanti sarebbero stati realizzati sotto terra, in gran parte nel cortile interno.
Noi vedevamo con favore un simile intervento, ambientalmente compatibile, perché si sarebbe trattato di un vero e proprio “riordino” del territorio, che avrebbe portato beneficio a tutto il Querceto.
Si era costituita una vera e propria conferenza di servizi, con tutti gli enti sovracomunali interessati, trovando purtroppo –di fatto- delle difficoltà insormontabili da parte di un ufficio regionale, che ha espresso riserve legate “all'alterazione dell'impatto paesaggistico”: ancora adesso, trattandosi di argomento tecnico-urbanistico che, per questioni professionali, credo di conoscere, almeno superficialmente, non riesco a spiegarmi queste difficoltà, se non pensando male, e allora mi fermo…
Nel frattempo, il proprietario deve avere pensato di investire i suoi soldi altrove: la previsione del centro benessere, sul piano regolatore, è tuttora vigente,… ma temo che abbia cambiato idea, anche se spero con tutto il cuore di sbagliarmi.  E' un'occasione persa? Credo proprio di sì….e intanto la Cascina comincia a dare preoccupanti segni di rovina…
Ma ci sarebbero davvero troppe cose da dire: io e i miei colleghi amministratori 2005-2009 saremo ben lieti di affrontare l'argomento, documenti alla mano, se qualcuno lo riterrà utile (magari in una serata dove “vecchi” ex amministratori illustreranno alle giovani generazioni quegli avvenimenti così “mafiosamente” simili –purtroppo- ad altri eventi italiani.
A proposito di mafia, durante l'iter della pratica del centro benessere (se non ricordo male era l'inizio del 2007), il sindaco Nepote e la nostra Giunta furono fatti oggetto di un volantinaggio anonimo dove si ventilavano chissà quali nefandezze dietro quella pratica. Il volantinaggio venne fatto anche di fronte al posto di lavoro del sindaco (non a La Cassa). Avevamo sporto denuncia…non se ne è più saputo nulla…
La minoranza dell'epoca si era immediatamente dissociata “nel metodo” dal volantinaggio, dichiarando però di condividerne il contenuto “nel merito”…boh, ricordo che la cosa ci aveva fatto sorridere, e scrivendone ora, mi viene ancora un mezzo sorriso…amarognolo!
Ciao a tutti e a riaggiornarci, se riterrete l'argomento interessante.
ALBERTO  

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