giovedì 7 ottobre 2010

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Postato da Alessandro Ballaurioggi, 11:25

Considerazioni sulla Cava di Varisella un pò fuori dal coro...le mie !!

Nella prima richiesta fatta dalla OKG di ampliamento della coltura di pietre a Varisella nel 2005, io partecipavo alle conferenze di servizio fatte in Provincia come rappresentante della Comunità Montana,in quanto ne ero Assessore e quindi ho seguito buona parte dell'iter.
In riferimento a quanto sta succedendo in questo periodo a Varisella,ho provato a fare un ragionamento razionale.
Al momento del primo ampliamento della cava ricordo che non ci sono state obbiezioni particolari da nessun ente competente (Regione,Provincia,Com.Montana e Comune) e neanche da ARPA e ATA e quindi è stato concesso regolarmente dando delle indicazioni precise su come andasse fatta la coltura e il ripristino del terreno.
Se tutti gli enti competenti hanno fatto i controlli dovuti e non è stata rilevata nessuna anomalia,la richiesta di un nuovo ampliamento,nel caso in cui la zona della quale è richiesto il permesso di coltura né ha le caratteristiche idonee , non ha motivo per non essere concessa. Se un imprenditore segue le direttive date dagli enti di controllo e ha voglia di continuare ad investire garantendo dei posti di lavoro,non dovrebbe essere bloccato solo perché a qualcuno non gli va più oppure si è accorto adesso di eventuali disagi , ricordando che ogni attività produttiva crea disagi a qualcuno. Sulla richiesta di installare un frantoio nelle prossimità della cava per ottimizzare la catena produttiva, se rispetta le vigenti norme su rumore, polveri e sicurezza non vedo il motivo per non permettere che venga installato. Ricordiamo sempre che se l'azienda non rispettasse solo uno dei vincoli imposti, il comune ha la facolt&agra ve; di far sospendere immediatamente l'attività , e qui veniamo ai controlli. Sul problema dei trasporti le responsabilità sono molteplici ; i limiti di velocità ci sono e sono personalizzati per i mezzi pesanti ed è dovere del comune farli rispettare , dopo i primi verbali sicuramente gli autisti li rispetteranno, perché una volta persi i punti hanno smesso di lavorare. Sullo stato delle strade l'ente responsabile è la provincia che, certificando che le strade sono percorribili dai mezzi d'opera, deve renderle adeguate per il loro uso in sicurezza. Sull'amianto è stato già certificato che non vi è traccia nelle pietre presenti nella coltura e non credo che in 4 anni la situazione sia cambiata. La condizione richiesta dal sottoscritto (Comunità Montana), all'epoca, era che a fine attività restassero efficienti le strade usate per andare a prelevare le pietre in modo da poterle usare come taglia- fuo co oppure per facilitare la cura dei boschi e quindi poter sfruttare la filiera del legno.
Se si ha fiducia nelle istituzioni e nelle norme bisogna permettere la continuazione dell'attività, ma bisogna essere efficienti nel controllo sempre , chiunque abbia dei dubbi lo può comunicare agli enti preposti che interverranno per verificare.
Ultimo appunto sulle polemiche sui danni al turismo: a oggi chi mi sa dire qual'è il turismo danneggiato?
L'amministrazione a distanza di più di 10 anni da quando ha speso soldi pubblici per acquistare delle abitazioni a Moncolombone ,ancora non sa cosa farne di preciso continuando a spenderne per mantenerle in piedi,per non parlare dell'ecomuseo i cui locali sono vuoti da anni dopo vari proclami e soldi spesi , è turismo quello della domenica che devasta il Ceronda e porta solo spese e nessun introito?
Bene o male l'attività della cava dà uno stipendio a più persone e credo che l'ampliamento e l'installazione del frantoio potrebbe creare nuovi posti di lavoro, anche per i residenti, durante il tempo in cui sarà attivo.
Alla fine della coltura di quest'ultimo ampliamento, verrà tutto smontato e ripristinato l'aspetto precedente, visto che è un'attività che al massimo durerà una decina d'anni, comprese le opere di ripristino.

Alessandro Ballauri

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