domenica 13 marzo 2011

Notifica aggioramenti da lacassa.net

Ultimi articoli commentati

Leggeremangiare

Postato da Stefanooggi, 20:56

 Libro: SHANTARAM                                                            Autore: GREGORY DAVID ROBERTS
"Prabaker e i suoi genitori si accucciarono sul terreno accanto alla mia branda, formando un anello protettivo per tenermi compagnia nella notte calda e profumata di cinnamomo. Pensavo fosse impossibile dormire in mezzo a un cerchio di spettatori, ma nel giro di pochi minuti cominciai ad assopirmi cullato dal mormorio delle loro voci, dolci onde ritmate nelle notte insondabile trapunta di stelle luminose e sussurranti.
A un certo punto il padre di Prabaker si avvicinò e mi posò una mano sulla spalla. Era un semplice gesto di gentilezza e conforto, ma mi colpì nel profondo. Un attimo prima stavo scivolando nel sonno, e all'improvviso ero sveglissimo.Fui travolto dai ricordi di mia figlia, dei miei genitori, di mio fratello; pensai ai crimini che avevo commesso, e agli amori che avevo tradito e perso per sempre.
Sembrerà strano, se non impossibile da capire, ma fino a quel preciso istante non avevo mai avuto una chiara percezione del male che avevo fatto e della vita a cui avevo rinunciato. Nel periodo delle rapine a mano armata mi facevo di eroina. Una nebbia narcotica si era posata su tutto ciò che avevo pensato e fatto in quel periodo, e offuscava ogni ricordo. D'altra parte, al tempo del processo e dei tre anni di prigione mi ero disintossicato, e avrei dovuto rendermi conto del significato che potevano avere per me, per i miei genitori e per le mie vittime i crimini che avevo commesso e la punizione che mi era stata inflitta. Eppure era come se li avessi rimossi. Ero troppo impegnato a scontare la punizione e a sentirmi punito perché potessi preoccuparmi dei miei misfatti. Nemmeno dopo la fuga dalla prigione-durante la mia vita da fuggiasco con una taglia sulla testa-avevo una chiara consapevolezza delle cause e delle conseguenze che stavano determinand o il nuovo e amato corso della mia vita.
Invece la prima notte in quel villaggio in India - cullato dal mormorio delle voci, gli occhi pieni di stelle-quando il padre di un altro uomo mi posò una ruvida e callosa mano da contadino su una spalla, compresi ciò che avevo fatto e ciò che ero diventato, fui consapevole della pena e dello spreco, lo stupido, imperdonabile spreco della mia vita. Mi si spezzò il cuore per la vergogna e il dolore. Seppi quanta sofferenza era in me, e quanto poco amore. Alla fine seppi quanto ero solo.
Ma non potevo reagire. La mia coltura mi aveva insegnato bene le cose sbagliate. Perciò rimasi immobile, senza la minima reazione. Ma l'anima non ha coltura. L'anima non ha nazione. L'anima non ha colore, accento, stile di vita. L'anima è per sempre. L'anima è una. E quando il cuore prova un momento di verità e di dolore, l'anima non sa restare immobile.
Strinsi i denti sotto le stelle. Chiusi gli occhi. Mi abbandonai al sonno. Uno dei motivi per cui abbiamo un terribile bisogno d'amore, e lo cerchiamo disperatamente, e perché l'amore è l'unica cura per la solitudine, la vergogna e la sofferenza. Ma alcuni sentimenti si nascondono così profondamente nel cuore che solo la solitudine può aiutarti a ritrovarli. Alcune verità sono così dolorose che solo la vergogna può aiutarti a sopportarle. E alcune circostanze sono così tristi che solo la tua anima può riuscire a urlare di dolore."



Lo consiglio.

un saluto 
 

Puoi disabilitare l'invio delle novità dalla pagina del tuo profilo. clicca qui