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Postato da fabrioggi, 19:10
resto sulla scia del pessimismo.
a proposito di amministratori locali: vi ho a che fare da un trentina d'anni, ma per farla breve - 'che potrei scriverne a fiumi - vorrei condividere su questo sito il seguente decalogo:
1) i migliori sono quelli che hanno le idee a causa delle quali si allontanano troppo presto dalle loro cariche;
2) quelli che resistono sono legittimati dal farlo da quella che chiamano investitura popolare e che spesso scambiano con una sorta di immersione achillea nello stige;
3) di solito parlano molto e dicono molto poco per coprire con la quantità le vorticose lacune tecniche di cui, spesso, non sono né consapevoli, né completamente responsabili;
4) iniziano a cambiare i loro caratteri, le loro amicizie, le loro reazioni, le loro umanità, dal momento in cui si siedono sulla seggiolina del comando;
5) scambiano per amicizia i cenni subdoli della gente che li ha eletti e li omaggia per strada fingendo di conoscerli;
6) tendono ad ignorare il giorno in cui, scesi da quella seggiolina, la gente per strada... li riconoscerà;
7) hanno un concetto di futuro molto semplice che ha poco a che fare con la speranza, con la solidarietà, con la vivibilità, e molto con la "grammatica" dei loro discorsi (faremo, vedremo, rifletteremo, sinergiggeremo...);
8) verso quelli sul gradino di sopra nella scala gerarchica (ad ogni livello) hanno lo stesso sguardo smarrito e deferente che amano vedere nei loro "cari concittadini" quando si rivolgono a loro per qualsiasi esigenza;
9) come i grandi letterati, musicisti, artisti in genere esauriscono, dopo un po', la loro "vena creativa" ma, essendo sottoposti a valutazione di un mercato bizzarro (quello di gente che ha sempre fretta e meno voglia di impegnarsi...p. es. chi scrive), continuano il loro percorso seza dubbi o incertezze;
10) costuiscono inutili templi di cemento in modo compulsivo per consegnare ad un concetto rattrappito di futuro un pezzetto di loro personale e francamente superflua eternità.
11) fuori decalogo: molto spesso non sono necessari. questo lo dice, con affetto sincero per alcuni di loro, un tecnico.
a proposito di amministratori locali: vi ho a che fare da un trentina d'anni, ma per farla breve - 'che potrei scriverne a fiumi - vorrei condividere su questo sito il seguente decalogo:
1) i migliori sono quelli che hanno le idee a causa delle quali si allontanano troppo presto dalle loro cariche;
2) quelli che resistono sono legittimati dal farlo da quella che chiamano investitura popolare e che spesso scambiano con una sorta di immersione achillea nello stige;
3) di solito parlano molto e dicono molto poco per coprire con la quantità le vorticose lacune tecniche di cui, spesso, non sono né consapevoli, né completamente responsabili;
4) iniziano a cambiare i loro caratteri, le loro amicizie, le loro reazioni, le loro umanità, dal momento in cui si siedono sulla seggiolina del comando;
5) scambiano per amicizia i cenni subdoli della gente che li ha eletti e li omaggia per strada fingendo di conoscerli;
6) tendono ad ignorare il giorno in cui, scesi da quella seggiolina, la gente per strada... li riconoscerà;
7) hanno un concetto di futuro molto semplice che ha poco a che fare con la speranza, con la solidarietà, con la vivibilità, e molto con la "grammatica" dei loro discorsi (faremo, vedremo, rifletteremo, sinergiggeremo...);
8) verso quelli sul gradino di sopra nella scala gerarchica (ad ogni livello) hanno lo stesso sguardo smarrito e deferente che amano vedere nei loro "cari concittadini" quando si rivolgono a loro per qualsiasi esigenza;
9) come i grandi letterati, musicisti, artisti in genere esauriscono, dopo un po', la loro "vena creativa" ma, essendo sottoposti a valutazione di un mercato bizzarro (quello di gente che ha sempre fretta e meno voglia di impegnarsi...p. es. chi scrive), continuano il loro percorso seza dubbi o incertezze;
10) costuiscono inutili templi di cemento in modo compulsivo per consegnare ad un concetto rattrappito di futuro un pezzetto di loro personale e francamente superflua eternità.
11) fuori decalogo: molto spesso non sono necessari. questo lo dice, con affetto sincero per alcuni di loro, un tecnico.
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