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Postato da italooggi, 08:39
Non ti chiedere cosa stai pagando: chiediti chi ti sta vendendo.
Nelle letture del mattino ho trovato una chicca che voglio condividere.
L'argomento ha valenza ampia; in particolare è riferito a Google Plus, il nuovo social network che vuole surclassare facebook.
Nella mia bulimia di rete sono iscritto a G+ [anche] con il nome reale; mi potete trovare, così come su FB e ovunque in rete.
Nell'articolo in questione si puntualizzava sulla necessità per questi social network di ottenere nomi di persone reali, corrispondenti a personi fisiche vere e, di conseguenza, a carte di credito vere, conti bancari reali.
Ad un certo punto viene affrontata la messa a disposizione gratuita di questi software; facebook non costa (sembra) nulla, così come G+ e tante altre cose 'offerte' dalla rete.
Ed ecco la chicca:
"se usi un servizio e non lo stai pagando, allora sei tu il prodotto venduto"
(If you're not paying for it, then you're the product being sold)
Grande affermazione, su quale varrebbe la pena riflettere per dare senso a ciò che vediamo online nel momento in cui la rete sta fagocitando il reale con riflessi non così banali sulla vita di tutti i giorni, ignorata dalla nostra classe (?) politica che, anzi, rema in senso opposto (tranne qualche lodevole eccezione).
Non è tutto oro ciò che luccica in rete, anzi; ma se non teniamo le antenne alzate rischiamo di giudicare col metro del millennio scorso i fenomeni di quanto succede oggi.
L'argomento ha valenza ampia; in particolare è riferito a Google Plus, il nuovo social network che vuole surclassare facebook.
Nella mia bulimia di rete sono iscritto a G+ [anche] con il nome reale; mi potete trovare, così come su FB e ovunque in rete.
Nell'articolo in questione si puntualizzava sulla necessità per questi social network di ottenere nomi di persone reali, corrispondenti a personi fisiche vere e, di conseguenza, a carte di credito vere, conti bancari reali.
Ad un certo punto viene affrontata la messa a disposizione gratuita di questi software; facebook non costa (sembra) nulla, così come G+ e tante altre cose 'offerte' dalla rete.
Ed ecco la chicca:
"se usi un servizio e non lo stai pagando, allora sei tu il prodotto venduto"
(If you're not paying for it, then you're the product being sold)
Grande affermazione, su quale varrebbe la pena riflettere per dare senso a ciò che vediamo online nel momento in cui la rete sta fagocitando il reale con riflessi non così banali sulla vita di tutti i giorni, ignorata dalla nostra classe (?) politica che, anzi, rema in senso opposto (tranne qualche lodevole eccezione).
Non è tutto oro ciò che luccica in rete, anzi; ma se non teniamo le antenne alzate rischiamo di giudicare col metro del millennio scorso i fenomeni di quanto succede oggi.
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