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Postato da italooggi, 22:58
Ho trovato una pagina che mi ha fatto ripensare a concetti scritti su questo sito: si tratta di "Primarie 2.0: Come sono posizionati in rete i candidati alle primarie del PD" e riguarda l'elezione a sindaco di Torino.
Non mi interessa tanto il merito dell'articolo (potevo citare parimenti quanto scritto a destra da Tilgher sul 'popolo facebook' e riportato in altro articolo) quanto il significato sotteso: per fare politica non si può fare a meno della rete.
Ma, come abbiamo già scritto in molti, la rete non è la televisione; essere presenti significa esserci sempre, non solo quando fa comodo; vuol dire rispondere anche a chi la pensa diversamente, seguire comunque le persone che rispondono anche se non seguono le regole di sudditanza che la politica impone, anche se hanno idee diverse, anche se insultano, anche se fa male.
Esporsi ad una carica pubblica comporta il rischio di essere criticati.
Comportarsi correttamente in rete porta con sè la necessità della trasparenza che non può essere data solo a parole; è necessario che quanto accade in rete sia lo specchio dell'attività politica reale, è necessario (e anche questo è stato già scritto) che la trasparenza sia proattiva, che l'offerta del dato preceda la rischiesta dell'interessato.
E' passato il tempo in cui la lettura delle email la si delegava alle segretarie, lo sviluppo del sito e della pagina facebook ai tirapiedi di turno; è necessario un impegno personale dei politici, innanzitutto per capire la rete e i suoi funzionamenti; poi, per utilizzarli a proprio vantaggio, o per lo meno per non darsi la zappa sui piedi.
Paradigmatico l'esempio di Grillo che è passato dallo sfasciare in pubblico i computer ad essere l'evangelizzatore della potenza della rete; solo i paracarri non cambiano idea.
E' purtroppo vero che se si leggono i dati della diffusione di Internet e tecnologie correlate in Italia e le si confronta con il resto d'Europa la differenza tra politici e paracarri si fa sottile.
Nell'analisi della presenza di persone interessate al bene pubblico, privatamente o pubblicamente, e nella nostra limitata comunità vedo in questo sito un'esperimento interessantissimo, un "caso studio" raccomandabile agli esperti della comunicazione mediata dalla rete.
Quasi scherzando l'ho proposto ad un seminario sull'argomento; sembra che qualcuno ci stia lavorando e che le sorprese non siano poche... la pubblicazione avverrà tra breve,
a presto.
Non mi interessa tanto il merito dell'articolo (potevo citare parimenti quanto scritto a destra da Tilgher sul 'popolo facebook' e riportato in altro articolo) quanto il significato sotteso: per fare politica non si può fare a meno della rete.
Ma, come abbiamo già scritto in molti, la rete non è la televisione; essere presenti significa esserci sempre, non solo quando fa comodo; vuol dire rispondere anche a chi la pensa diversamente, seguire comunque le persone che rispondono anche se non seguono le regole di sudditanza che la politica impone, anche se hanno idee diverse, anche se insultano, anche se fa male.
Esporsi ad una carica pubblica comporta il rischio di essere criticati.
Comportarsi correttamente in rete porta con sè la necessità della trasparenza che non può essere data solo a parole; è necessario che quanto accade in rete sia lo specchio dell'attività politica reale, è necessario (e anche questo è stato già scritto) che la trasparenza sia proattiva, che l'offerta del dato preceda la rischiesta dell'interessato.
E' passato il tempo in cui la lettura delle email la si delegava alle segretarie, lo sviluppo del sito e della pagina facebook ai tirapiedi di turno; è necessario un impegno personale dei politici, innanzitutto per capire la rete e i suoi funzionamenti; poi, per utilizzarli a proprio vantaggio, o per lo meno per non darsi la zappa sui piedi.
Paradigmatico l'esempio di Grillo che è passato dallo sfasciare in pubblico i computer ad essere l'evangelizzatore della potenza della rete; solo i paracarri non cambiano idea.
E' purtroppo vero che se si leggono i dati della diffusione di Internet e tecnologie correlate in Italia e le si confronta con il resto d'Europa la differenza tra politici e paracarri si fa sottile.
Nell'analisi della presenza di persone interessate al bene pubblico, privatamente o pubblicamente, e nella nostra limitata comunità vedo in questo sito un'esperimento interessantissimo, un "caso studio" raccomandabile agli esperti della comunicazione mediata dalla rete.
Quasi scherzando l'ho proposto ad un seminario sull'argomento; sembra che qualcuno ci stia lavorando e che le sorprese non siano poche... la pubblicazione avverrà tra breve,
a presto.
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