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Postato da Lucaoggi, 00:04
Concordo in maniera totale con Italo ( anche se non è mio marito, per chi non lo sapesse! Ciao Laura.).
L'altro ieri ho visto in un programma televisivo una famiglia con 12 figli, tutti paciosi e sorridenti e felici, e che dire della favolosa famiglia Dash di più di un decennio fa?
Vedi Igor, se c'è l'amore si può tutto.
L'altro ieri ho visto in un programma televisivo una famiglia con 12 figli, tutti paciosi e sorridenti e felici, e che dire della favolosa famiglia Dash di più di un decennio fa?
Vedi Igor, se c'è l'amore si può tutto.
Postato da Igoroggi, 00:10
I figli crescono o si fanno crescere?
Come ho precedentemente scritto, una volta, in molte famiglie, la donna non lavorava. Faceva la casalinga, cresceva i figli.
E le famiglie restavano unite, non si divorziava.
Anchè perchè la donna, che si era dedicata a crescere i figli, non aveva mai lavorato e non era quindi economicamente indipendente ed autonoma ed il passo della separazione era praticamente impossibile o intollerabile.
I figli venivano cresciuti dai genitori, ma spesso, e lo dico per esperienza personale, l'ambiente famigliare era minato da una convivenza coatta, in parte dovuta ai motivi economici di cui sopra, in parte da un retaggio culturale che considerava una colpa la separazione. Il substrato necessario ad uno sviluppo equilibrato e sereno dei figli in questi casi era inquinato totalmente da tensioni e litigi tra i genitori.
Pur crescendo con i genitori, i bimbi in quella situazione, non hanno avuto un'infanzia serena.
Oggi molte donne sono costrette a lavorare. Molte lo scelgono. Alcune decidono di lavorare e, avendo più figli piccoli, girano la totalità dello stipendio ad una baby sitter che guardi i bimbi durante il giorno, pur di conservare il posto dii lavoro.
Laura, ti sembrerà assurdo.
Ma lavorare, invece di stare con il proprio figlio, è una scelta difficile, dolorosa, ed anche coraggiosa che si fa per promettergli che quelle ore che si passeranno insieme, anche se qualcuna in meno, saranno serene. E che, se la vita ci porterà a prendere delle strade che non avremmo voluto percorrere, saremo pronti.
Laura, chiediti pure se sia giusto mettere al mondo dei figli per poi delegare qualcun altro a crescerli ma non credo che il problema sia in questi termini. Non è un problema di quantità ma di qualità del tempo che si passa insieme.
Tralascio il fatto che, laddove un genitore abbia scelto di non lavorare per restare a casa con i figli, salvo rare e lodevoli eccezioni, sia stato sempre la madre.
Il "vil denaro", del resto, non disponendo molti di patrimoni, beni e case lasciate dai genitori o pagate "a loro insaputa" da ignoti benefattori, è purtroppo necessario.
Per il resto condivido l'auspicio che si riesca a ricondurre il mondo ad una dimensione più umana, che si eviti continuare a cementificare, che si investa nella cultura e nel futuro. Purtroppo sono però un po' pessimista, perchè il modello economico in cui siamo immersi assomiglia molto all'autobus del film "Speed", che non poteva rallentare se no saltava in aria. Quindi, prima di togliere il piede dall'acceleratore, assicuriamoci di avere un modello alternativo che funzioni. Mi raccomando.
Per Marco: ne riparliamo al tuo primo figlio :-)
E le famiglie restavano unite, non si divorziava.
Anchè perchè la donna, che si era dedicata a crescere i figli, non aveva mai lavorato e non era quindi economicamente indipendente ed autonoma ed il passo della separazione era praticamente impossibile o intollerabile.
I figli venivano cresciuti dai genitori, ma spesso, e lo dico per esperienza personale, l'ambiente famigliare era minato da una convivenza coatta, in parte dovuta ai motivi economici di cui sopra, in parte da un retaggio culturale che considerava una colpa la separazione. Il substrato necessario ad uno sviluppo equilibrato e sereno dei figli in questi casi era inquinato totalmente da tensioni e litigi tra i genitori.
Pur crescendo con i genitori, i bimbi in quella situazione, non hanno avuto un'infanzia serena.
Oggi molte donne sono costrette a lavorare. Molte lo scelgono. Alcune decidono di lavorare e, avendo più figli piccoli, girano la totalità dello stipendio ad una baby sitter che guardi i bimbi durante il giorno, pur di conservare il posto dii lavoro.
Laura, ti sembrerà assurdo.
Ma lavorare, invece di stare con il proprio figlio, è una scelta difficile, dolorosa, ed anche coraggiosa che si fa per promettergli che quelle ore che si passeranno insieme, anche se qualcuna in meno, saranno serene. E che, se la vita ci porterà a prendere delle strade che non avremmo voluto percorrere, saremo pronti.
Laura, chiediti pure se sia giusto mettere al mondo dei figli per poi delegare qualcun altro a crescerli ma non credo che il problema sia in questi termini. Non è un problema di quantità ma di qualità del tempo che si passa insieme.
Tralascio il fatto che, laddove un genitore abbia scelto di non lavorare per restare a casa con i figli, salvo rare e lodevoli eccezioni, sia stato sempre la madre.
Il "vil denaro", del resto, non disponendo molti di patrimoni, beni e case lasciate dai genitori o pagate "a loro insaputa" da ignoti benefattori, è purtroppo necessario.
Per il resto condivido l'auspicio che si riesca a ricondurre il mondo ad una dimensione più umana, che si eviti continuare a cementificare, che si investa nella cultura e nel futuro. Purtroppo sono però un po' pessimista, perchè il modello economico in cui siamo immersi assomiglia molto all'autobus del film "Speed", che non poteva rallentare se no saltava in aria. Quindi, prima di togliere il piede dall'acceleratore, assicuriamoci di avere un modello alternativo che funzioni. Mi raccomando.
Per Marco: ne riparliamo al tuo primo figlio :-)
Postato da Igoroggi, 00:19
Luca, sono convinto che purtroppo non sia così, ma sapere che qualcuno come te ci crede mi da fiducia per il futuro.
Ti auguro di tutto cuore di confermare nella vita questo tuo entusiasmo.
Ti auguro di tutto cuore di confermare nella vita questo tuo entusiasmo.
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