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Il futuro dell'ospedale di Lanzo
Postato da fablamoggi, 15:49
Su questo argomento vorrei fare un discorso possibilmente obbiettivo.
Partiamo da un presupposto logico, oggettivo e incontestabile:
- le risorse (umane e materiali) sono limitate
- il diritto alla salute è tutelabile all'infinito (ossia non c'è limite alla sua applicazione, in ogni momento, in ogni luogo e in ogni campo medico)
E' oggettivo il fatto che sono due dati che stridono, per forza di cose, soprattutto se, oltre all'assunto della limitatezza delle risorse, noi andiamo anche a prendere in considerazione il fatto che tutti i diritti sanciti dalla nostra Costituzione sono tutelabili all'infinito, e che quindi sono in perenne e fisiologico (non patologico) conflitto.
Non si possono dare dei paletti certi all'espansione di un diritto a scapito di un altro, nè si può trovare una "via di mezzo", un "punto medio", perchè a quel punto tutto l'apparato dello Stato si trasformerebbe in un automa, obbligato ad applicare la stessa disposizione senza poterla contestualizzare al territorio, alle esigenze, alla situazione concreta.
E' qui che entra in gioco la tanto criticata "politica", perchè è la politica (quella vera, non quella che vediamo nei talk show, quella fatta sul territorio da persone oneste, dimenticate dall'opinione pubblica perchè i loro casi "non fanno notizia") lo strumento democratico e costituzionale per risolvere il conflitto tra i diritti e tra i diritti e il fatto inconfutabile della limitatezza delle risorse.
La politica provvede a contestualizzare, analizzare e ponderare in merito al diritto, alla situazione concreta e all'utilizzo delle risorse.
Fatta questa premessa, il mio parere riguardo alla sanità in generale è che, visto quanto sopra, non si può più pretendere di avere 3-4 piccoli ospedali in un territorio come il nostro, che svolgano TUTTE le mansioni che normalmente caratterizzano ospedali molto più grandi, molto più centrali e molto più organizzati dal punto di vista logistico (grazie alla loro posizione).
Chiedere a questi ospedali di fare tutto, significa condannarli a fare tutto sì, ma MALE.
Chiedere invece a questi ospedali di SPECIALIZZARSI è la soluzione: un polo che si occupa di questo in un paese, un polo che si occupa di quest'altro in un altro paese, mantenendo ovviamente un minimo di Pronto Soccorso di base.
In questo modo le risorse vengono utilizzate meglio, puntualmente e il servizio offerto è sicuramente di qualità superiore.
Tutto questo affiancato da poliambulatori statali che si possano occupare delle "pratiche di tutti i giorni", senza oberare gli ospedali di casi clinici risolvibili senza l'urgenza e la necessità della degenza ospedaliera.
Posso capire che per una donna al nono mese di gravidanza sapere di dover fare 30 km prima di arrivare ad un ospedale attrezzato per assisterla non sia certamente rassicurante: ma è più rassicurante sapere che una volta arrivati si sarà con alte probabilità in buone ed esperte mani, supportate da una buona struttura, o fare magari 10 km in meno, finire magari in altrettanto buone ed esperte mani non supportate da una buona struttura?
Partiamo da un presupposto logico, oggettivo e incontestabile:
- le risorse (umane e materiali) sono limitate
- il diritto alla salute è tutelabile all'infinito (ossia non c'è limite alla sua applicazione, in ogni momento, in ogni luogo e in ogni campo medico)
E' oggettivo il fatto che sono due dati che stridono, per forza di cose, soprattutto se, oltre all'assunto della limitatezza delle risorse, noi andiamo anche a prendere in considerazione il fatto che tutti i diritti sanciti dalla nostra Costituzione sono tutelabili all'infinito, e che quindi sono in perenne e fisiologico (non patologico) conflitto.
Non si possono dare dei paletti certi all'espansione di un diritto a scapito di un altro, nè si può trovare una "via di mezzo", un "punto medio", perchè a quel punto tutto l'apparato dello Stato si trasformerebbe in un automa, obbligato ad applicare la stessa disposizione senza poterla contestualizzare al territorio, alle esigenze, alla situazione concreta.
E' qui che entra in gioco la tanto criticata "politica", perchè è la politica (quella vera, non quella che vediamo nei talk show, quella fatta sul territorio da persone oneste, dimenticate dall'opinione pubblica perchè i loro casi "non fanno notizia") lo strumento democratico e costituzionale per risolvere il conflitto tra i diritti e tra i diritti e il fatto inconfutabile della limitatezza delle risorse.
La politica provvede a contestualizzare, analizzare e ponderare in merito al diritto, alla situazione concreta e all'utilizzo delle risorse.
Fatta questa premessa, il mio parere riguardo alla sanità in generale è che, visto quanto sopra, non si può più pretendere di avere 3-4 piccoli ospedali in un territorio come il nostro, che svolgano TUTTE le mansioni che normalmente caratterizzano ospedali molto più grandi, molto più centrali e molto più organizzati dal punto di vista logistico (grazie alla loro posizione).
Chiedere a questi ospedali di fare tutto, significa condannarli a fare tutto sì, ma MALE.
Chiedere invece a questi ospedali di SPECIALIZZARSI è la soluzione: un polo che si occupa di questo in un paese, un polo che si occupa di quest'altro in un altro paese, mantenendo ovviamente un minimo di Pronto Soccorso di base.
In questo modo le risorse vengono utilizzate meglio, puntualmente e il servizio offerto è sicuramente di qualità superiore.
Tutto questo affiancato da poliambulatori statali che si possano occupare delle "pratiche di tutti i giorni", senza oberare gli ospedali di casi clinici risolvibili senza l'urgenza e la necessità della degenza ospedaliera.
Posso capire che per una donna al nono mese di gravidanza sapere di dover fare 30 km prima di arrivare ad un ospedale attrezzato per assisterla non sia certamente rassicurante: ma è più rassicurante sapere che una volta arrivati si sarà con alte probabilità in buone ed esperte mani, supportate da una buona struttura, o fare magari 10 km in meno, finire magari in altrettanto buone ed esperte mani non supportate da una buona struttura?
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