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Postato da Igoroggi, 14:26
Questo forum mi sta appassionando...
Mi rendo conto che a volte, nel tentativo di essere conciso, non sviluppo a sufficienza il pensiero. Riprendo allora il post riguardo alle affermazioni Pasoliniane sulla televisione.
Trenta o quarant'anni fa l'offerta televisiva era molto limitata: Canale Nazionale e secondo canale. Gli orari erano limitati: mi pare che le trasmissioni iniziassero alle 18 o giù di li. La tecnica era quella che era, non tanto sotto il punto di vista dell'oggetto televisore (per quanto l'evoluzione tecnologica dalle valvole ai motori grafici moderni sia un po' come il passaggio dalla bicicletta allo shuttle) quanto della produzione stessa.
Qualcuno ricorderà il film il Lunedì e il Mercoledì sera. E basta. Gli altri giorni erano varietà, commedie (anche interessanti, e teleromanzi). Telegiornali, tribune politiche (sob), e caroselli. Uno dei teleromanzi più appassionanti che ricordi è stato “La freccia nera” con una Loretta Goggi ragazzina e un Arnoldo Foa, come sempre, impeccabile. Ricordo un ritmo incalzante, suspance, avventura. Attendevo da una settimana all'altra la successiva puntata.
Circa un anno fa ho trovato in vendita il cofanetto DVD con l'intera serie e, pregustando di rivivere le emozioni di un tempo, mi sono attrezzato per la visione. Che noia! A parte il bianco e nero che potrebbe anche avere il suo fascino, ritmi lenti, pause lunghissime, colonna sonora quasi inesistente, dialoghi inconsistenti. Una completa delusione.
La tecnica di produzione ed i mezzi a disposizione di quel tempo, oltre, naturalmente, alla cultura televisiva e cinematografica, facevano de “La freccia nera” un ottimo prodotto televisivo. Oggi, abituati ad un montaggio più avvincente, effetti speciali e riprese più coinvolgenti e, magari, anche attori più preparati ad una recitazione più consona al mezzo cinematografico e televisivo (contrapposta alla recitazione teatrale del tutto incoerente con riprese registrate, primi piani e montaggi), i teleromanzi di un tempo appaiono goffi, improvvisati e sostanzialmente noiosi.
Ed un media noioso, per quanto acculturato possa essere il contenuto, non serve perché non riesce a portare nulla a destinazione.
In questo senso ritengo che la televisione oggi sia decisamente migliore di una volta. Oggi non devo sottostare passivamente ad un palinsesto che mi vincola, non solo nei contenuti, ma anche negli orari, e quindi nelle abitudini di vita. Disponiamo di canali tematici, terrestri o satellitari, documentari, notizie, film, inchieste, ricostruzioni in realtà aumentata di scenari del passato, di fenomeni scientifici. Possiamo accedere a canali di informazione provenienti da tutto il mondo. La tecnologia ci permette anche di registrare trasmissioni per poterle vedere senza dover necessariamente rinunciare ad altre occupazioni. Naturalmente esiste anche la “spazzatura”, anche se ognuno di noi ha una visione diversa del concetto.
Insomma oggi posso scegliere.
Ma il problema delle affermazioni di Pasolini, non è solo una trasposizione contestuale e temporale, è anche un problema di filosofia di vita. Io posso anche scegliere di creare un microcosmo (e qui mi collego ad un post di alcuni giorni fa) protetto. Scelgo di vivere fuori dal contesto della società degli altri. Salgo sulla montagna, mi creo una comunità, divento vegetariano, guardo il mondo dall'alto e sputo sulla testa di quelli che stanno sotto. Io probabilmente miglioro la mia vita, o per lo meno la percezione che ho di essa. Solo che il mondo non migliora, perché quella che ho io è una visione lontana del mondo, irreale. Non è vero che dall'alto vedo meglio le cose, le vedo solo più lontane. Inoltre non interagisco con nessuno e , le poche volte che lo faccio, parlo una lingua ormai diversa e la gente non mi capisce.
Oggi non esiste una ragione per demonizzare la televisione nella sua generalità. Esiste il dovere di criticare aspramente certa televisione. Ma lo posso fare solo se non assumo atteggiamenti fanatici e, passatemi il termine, “grillini” che deviano pericolosamente verso uno snobismo intollerante.
E allora bisogna tuffarsi nel mondo e vivere la sua realtà, che è fatta anche di televisione e di pubblicità. Ci condiziona, è vero. Ma se vogliamo vivere dentro questa società e portare il nostro contributo per renderla migliore occorre rischiare e a volte subire questo condizionamento. Del resto diventa difficile convincere qualcuno di qualcosa se si appare (è in effetti si è) del tutto alieni.
La produzione televisiva è tesa al profitto: e allora? Dobbiamo renderci conto, una volta per tutte, che è il profitto a muovere gli investimenti. E l'unico modo per riuscire a realizzare un progetto, che non sia un isola che lotta contro i mulini a vento, è renderlo profittabile. Oppure politicamente vantaggioso. E allora produzioni di qualità vengono realizzate, e progetti utili vedono la luce.
Ha ragione Laura quando decide di scegliere cosa guardare. Come nelle diete, non sempre è questione di quanto, ma di cosa si mangia. E oggi il menu' è ampio.
In generale trovo che la televisione abbia un ruolo importante. Non ricordo chi, un tempo, ha detto che “è come se qualcuno prendesse un tuo occhio e lo portasse in giro per il mondo”.
Sta a te decidere a chi affidarlo.
Mi rendo conto che a volte, nel tentativo di essere conciso, non sviluppo a sufficienza il pensiero. Riprendo allora il post riguardo alle affermazioni Pasoliniane sulla televisione.
Trenta o quarant'anni fa l'offerta televisiva era molto limitata: Canale Nazionale e secondo canale. Gli orari erano limitati: mi pare che le trasmissioni iniziassero alle 18 o giù di li. La tecnica era quella che era, non tanto sotto il punto di vista dell'oggetto televisore (per quanto l'evoluzione tecnologica dalle valvole ai motori grafici moderni sia un po' come il passaggio dalla bicicletta allo shuttle) quanto della produzione stessa.
Qualcuno ricorderà il film il Lunedì e il Mercoledì sera. E basta. Gli altri giorni erano varietà, commedie (anche interessanti, e teleromanzi). Telegiornali, tribune politiche (sob), e caroselli. Uno dei teleromanzi più appassionanti che ricordi è stato “La freccia nera” con una Loretta Goggi ragazzina e un Arnoldo Foa, come sempre, impeccabile. Ricordo un ritmo incalzante, suspance, avventura. Attendevo da una settimana all'altra la successiva puntata.
Circa un anno fa ho trovato in vendita il cofanetto DVD con l'intera serie e, pregustando di rivivere le emozioni di un tempo, mi sono attrezzato per la visione. Che noia! A parte il bianco e nero che potrebbe anche avere il suo fascino, ritmi lenti, pause lunghissime, colonna sonora quasi inesistente, dialoghi inconsistenti. Una completa delusione.
La tecnica di produzione ed i mezzi a disposizione di quel tempo, oltre, naturalmente, alla cultura televisiva e cinematografica, facevano de “La freccia nera” un ottimo prodotto televisivo. Oggi, abituati ad un montaggio più avvincente, effetti speciali e riprese più coinvolgenti e, magari, anche attori più preparati ad una recitazione più consona al mezzo cinematografico e televisivo (contrapposta alla recitazione teatrale del tutto incoerente con riprese registrate, primi piani e montaggi), i teleromanzi di un tempo appaiono goffi, improvvisati e sostanzialmente noiosi.
Ed un media noioso, per quanto acculturato possa essere il contenuto, non serve perché non riesce a portare nulla a destinazione.
In questo senso ritengo che la televisione oggi sia decisamente migliore di una volta. Oggi non devo sottostare passivamente ad un palinsesto che mi vincola, non solo nei contenuti, ma anche negli orari, e quindi nelle abitudini di vita. Disponiamo di canali tematici, terrestri o satellitari, documentari, notizie, film, inchieste, ricostruzioni in realtà aumentata di scenari del passato, di fenomeni scientifici. Possiamo accedere a canali di informazione provenienti da tutto il mondo. La tecnologia ci permette anche di registrare trasmissioni per poterle vedere senza dover necessariamente rinunciare ad altre occupazioni. Naturalmente esiste anche la “spazzatura”, anche se ognuno di noi ha una visione diversa del concetto.
Insomma oggi posso scegliere.
Ma il problema delle affermazioni di Pasolini, non è solo una trasposizione contestuale e temporale, è anche un problema di filosofia di vita. Io posso anche scegliere di creare un microcosmo (e qui mi collego ad un post di alcuni giorni fa) protetto. Scelgo di vivere fuori dal contesto della società degli altri. Salgo sulla montagna, mi creo una comunità, divento vegetariano, guardo il mondo dall'alto e sputo sulla testa di quelli che stanno sotto. Io probabilmente miglioro la mia vita, o per lo meno la percezione che ho di essa. Solo che il mondo non migliora, perché quella che ho io è una visione lontana del mondo, irreale. Non è vero che dall'alto vedo meglio le cose, le vedo solo più lontane. Inoltre non interagisco con nessuno e , le poche volte che lo faccio, parlo una lingua ormai diversa e la gente non mi capisce.
Oggi non esiste una ragione per demonizzare la televisione nella sua generalità. Esiste il dovere di criticare aspramente certa televisione. Ma lo posso fare solo se non assumo atteggiamenti fanatici e, passatemi il termine, “grillini” che deviano pericolosamente verso uno snobismo intollerante.
E allora bisogna tuffarsi nel mondo e vivere la sua realtà, che è fatta anche di televisione e di pubblicità. Ci condiziona, è vero. Ma se vogliamo vivere dentro questa società e portare il nostro contributo per renderla migliore occorre rischiare e a volte subire questo condizionamento. Del resto diventa difficile convincere qualcuno di qualcosa se si appare (è in effetti si è) del tutto alieni.
La produzione televisiva è tesa al profitto: e allora? Dobbiamo renderci conto, una volta per tutte, che è il profitto a muovere gli investimenti. E l'unico modo per riuscire a realizzare un progetto, che non sia un isola che lotta contro i mulini a vento, è renderlo profittabile. Oppure politicamente vantaggioso. E allora produzioni di qualità vengono realizzate, e progetti utili vedono la luce.
Ha ragione Laura quando decide di scegliere cosa guardare. Come nelle diete, non sempre è questione di quanto, ma di cosa si mangia. E oggi il menu' è ampio.
In generale trovo che la televisione abbia un ruolo importante. Non ricordo chi, un tempo, ha detto che “è come se qualcuno prendesse un tuo occhio e lo portasse in giro per il mondo”.
Sta a te decidere a chi affidarlo.
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