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Postato da Dandaoggi, 22:30
Mi permetto di criticare e commentare nel mio piccolo, alcuni punti che Igor ha scritto nel suo ultimo post, in quanto anch'io non ho la televisione e mi sento presa in causa dagli aggettivi “fanatico, grillini e aliena”.
“Io posso scegliere di creare un microcosmo” Perché microcosmo? Perché dovrebbe essere un mondo angusto e limitato? (Ho cercato la definizione sul vocabolario e mi sembra decisamente fuori luogo) va beh, sorpassiamo ….
“Guardo il mondo dall'alto e sputo sulla testa di quelli che stanno sotto” E di nuovo chiedo perché … Perché dovrei sentirmi superiore e disprezzare tutti gli altri? Se ho un pensiero diverso non necessariamente mi devo sentire “diverso”.
“Inoltre non interagisco con nessuno e, le poche volte che lo faccio, parlo una lingua ormai diversa e la gente non mi capisce” Perché? Posso benissimo continuare la vita di sempre interagendo con chiunque e anzi, a mio parer, ampliando gli argomenti di discussione integrando le mie idee con quelle della gente. Questo forum non si sta forse svolgendo con lunghi discorsi fra chi sostiene la televisione e chi invece è “alieno”?
“Oggi non esiste una ragione per demonizzare la televisione nella sua generalità. Esiste il dovere di criticare aspramente certe televisioni”. L'atto di esentarsi completamente da essa non è forse il modo più chiaro di criticarla? Se io mi rifiuto di guardarla e perché trovo inutile continuare a farne parte in quanto esistono altri mezzi di informazione dei quali ho ampia scelta.
“Ma lo posso fare solo se assumo atteggiamenti fanatici”. Fanatici? Mi sembra che le cose si stiano estremizzando…. Entusiasti e convinti si, ma non fanatici.
“E allora bisogna tuffarci nel mondo e vivere la sua realtà che è fatta anche di televisione e pubblicità”. La pubblicità!!!! Che argomentone !! Ma non divaghiamo….
“Ci condiziona, è vero”. E io mi devo fare condizionare? Perché ? E' giusto farsi condizionare?
“Ma se vogliamo vivere dentro questa società e portare il nostro contributo per renderla migliore occorre rischiare e a volte subire questo condizionamento”. Questa frase mi fa rabbrividire , toglierei il ma all'inizio e aggiungerei un NON davanti ad “occorre”. Perché mi devo fare condizionare per vivere dentro a questa società? Sembra che dica che la nostra società è rigida e o le cose ti vanno bene così altrimenti sei tagliato fuori… Inoltre, condizionare qualcuno è voluto per portare al consumismo. Vedi appunto le pubblicità mezzo di condizionamento più usato. Si pubblicizza un prodotto (uno sciampo per esempio in televisione e non solo… anche sul web) la gente che guarda lo spot è incantata e catturata dai colori, musiche, immagini, scritte… (quante volte mi è capitato, un po' di tempo fa, di rivedere la stessa pubblicità per la quindicesima vo lta con lo stesso interesse della prima?) . La stessa gente si reca al supermercato e deve comprare quel prodotto. Si trova davanti a decine e decine di prodotti simili e si perde. Uno sciampo: questo rivitalizza, questo nutre, quello ravviva i riflessi, quello è a tutto volume.. trenta colori diversi e scritte diverse e prezzi diversi…. Il panico. Poi la salvezza: QUELLO sciampo, quello che ha visto alla TV. Inconsciamente o no, lo prende. E così anch'io e centinaia di altre persone: consumismo…
“Portare il nostro contributo”. Mi viene in mente quella storiella che ho letto in un libro qualche tempo fa. Narrava di un gruppo di galline che vivevano in un pollaio il quale veniva di continuo attaccato da una volpe. Un giorno sei galline ebbero l'idea di cambiare le leggi e di tendere un agguato alla volpe. Le altre galline le derisero dicendo che ciò non avrebbe portato a nulla e che si sarebbero fatte ammazzare comunque. Quella sera le sei galline si appostarono sulla porta del pollaio e aspettarono che la volpe entrasse. A quel punto le saltarono addosso e la beccarono spaventandola al punto che la volpe scappò e non si fece più vedere. Galline anticonformiste, intanto hanno cambiato qualcosa….
“Del resto è difficile convincere qualcuno di qualcosa se si appare del tutto alieni” . Secondo me è dell'alienabilità che nasce l'interesse di quel qualcuno. Se tu dici “io la televisione ce l'ho ma non la guardo” non scaturisci lo stesso interesse che dalla frase “io la televisione non ce l'ho!” dalla quale nasce la domanda : perché? (quel bellissimo perché) e a seguire un discorso nel quale ognuno esprime la propria opinione e che può essere convinto o no, cosa importa, nel frattempo instauri nella mente di chi ti ascolta un pensiero diverso che lo fa ragionare.
E sinceramente io non potrei che ammirare chi ha un pensiero diverso dal mio e da quello della massa mi nutre di esperienze nuove…
Riporto un'altra storia particolare che mi ha raccontato mio padre: scoppia un incendio in un bosco e tutti gli animali scappano via tranne un uccellino che comincia a volare in direzione dell'incendio, tutti gli chiedono se è impazzito e cosa sta facendo e lui risponde : “vado a spegnere l'incendio”.
Ora non importa se il tentativo dell'uccellino sia giusto o no, il fatto è che fu l'unico , al contrario degli altri e con netto dualismo, a tentare di fare qualcosa.
Un abbraccio e un sorriso danda.
“Io posso scegliere di creare un microcosmo” Perché microcosmo? Perché dovrebbe essere un mondo angusto e limitato? (Ho cercato la definizione sul vocabolario e mi sembra decisamente fuori luogo) va beh, sorpassiamo ….
“Guardo il mondo dall'alto e sputo sulla testa di quelli che stanno sotto” E di nuovo chiedo perché … Perché dovrei sentirmi superiore e disprezzare tutti gli altri? Se ho un pensiero diverso non necessariamente mi devo sentire “diverso”.
“Inoltre non interagisco con nessuno e, le poche volte che lo faccio, parlo una lingua ormai diversa e la gente non mi capisce” Perché? Posso benissimo continuare la vita di sempre interagendo con chiunque e anzi, a mio parer, ampliando gli argomenti di discussione integrando le mie idee con quelle della gente. Questo forum non si sta forse svolgendo con lunghi discorsi fra chi sostiene la televisione e chi invece è “alieno”?
“Oggi non esiste una ragione per demonizzare la televisione nella sua generalità. Esiste il dovere di criticare aspramente certe televisioni”. L'atto di esentarsi completamente da essa non è forse il modo più chiaro di criticarla? Se io mi rifiuto di guardarla e perché trovo inutile continuare a farne parte in quanto esistono altri mezzi di informazione dei quali ho ampia scelta.
“Ma lo posso fare solo se assumo atteggiamenti fanatici”. Fanatici? Mi sembra che le cose si stiano estremizzando…. Entusiasti e convinti si, ma non fanatici.
“E allora bisogna tuffarci nel mondo e vivere la sua realtà che è fatta anche di televisione e pubblicità”. La pubblicità!!!! Che argomentone !! Ma non divaghiamo….
“Ci condiziona, è vero”. E io mi devo fare condizionare? Perché ? E' giusto farsi condizionare?
“Ma se vogliamo vivere dentro questa società e portare il nostro contributo per renderla migliore occorre rischiare e a volte subire questo condizionamento”. Questa frase mi fa rabbrividire , toglierei il ma all'inizio e aggiungerei un NON davanti ad “occorre”. Perché mi devo fare condizionare per vivere dentro a questa società? Sembra che dica che la nostra società è rigida e o le cose ti vanno bene così altrimenti sei tagliato fuori… Inoltre, condizionare qualcuno è voluto per portare al consumismo. Vedi appunto le pubblicità mezzo di condizionamento più usato. Si pubblicizza un prodotto (uno sciampo per esempio in televisione e non solo… anche sul web) la gente che guarda lo spot è incantata e catturata dai colori, musiche, immagini, scritte… (quante volte mi è capitato, un po' di tempo fa, di rivedere la stessa pubblicità per la quindicesima vo lta con lo stesso interesse della prima?) . La stessa gente si reca al supermercato e deve comprare quel prodotto. Si trova davanti a decine e decine di prodotti simili e si perde. Uno sciampo: questo rivitalizza, questo nutre, quello ravviva i riflessi, quello è a tutto volume.. trenta colori diversi e scritte diverse e prezzi diversi…. Il panico. Poi la salvezza: QUELLO sciampo, quello che ha visto alla TV. Inconsciamente o no, lo prende. E così anch'io e centinaia di altre persone: consumismo…
“Portare il nostro contributo”. Mi viene in mente quella storiella che ho letto in un libro qualche tempo fa. Narrava di un gruppo di galline che vivevano in un pollaio il quale veniva di continuo attaccato da una volpe. Un giorno sei galline ebbero l'idea di cambiare le leggi e di tendere un agguato alla volpe. Le altre galline le derisero dicendo che ciò non avrebbe portato a nulla e che si sarebbero fatte ammazzare comunque. Quella sera le sei galline si appostarono sulla porta del pollaio e aspettarono che la volpe entrasse. A quel punto le saltarono addosso e la beccarono spaventandola al punto che la volpe scappò e non si fece più vedere. Galline anticonformiste, intanto hanno cambiato qualcosa….
“Del resto è difficile convincere qualcuno di qualcosa se si appare del tutto alieni” . Secondo me è dell'alienabilità che nasce l'interesse di quel qualcuno. Se tu dici “io la televisione ce l'ho ma non la guardo” non scaturisci lo stesso interesse che dalla frase “io la televisione non ce l'ho!” dalla quale nasce la domanda : perché? (quel bellissimo perché) e a seguire un discorso nel quale ognuno esprime la propria opinione e che può essere convinto o no, cosa importa, nel frattempo instauri nella mente di chi ti ascolta un pensiero diverso che lo fa ragionare.
E sinceramente io non potrei che ammirare chi ha un pensiero diverso dal mio e da quello della massa mi nutre di esperienze nuove…
Riporto un'altra storia particolare che mi ha raccontato mio padre: scoppia un incendio in un bosco e tutti gli animali scappano via tranne un uccellino che comincia a volare in direzione dell'incendio, tutti gli chiedono se è impazzito e cosa sta facendo e lui risponde : “vado a spegnere l'incendio”.
Ora non importa se il tentativo dell'uccellino sia giusto o no, il fatto è che fu l'unico , al contrario degli altri e con netto dualismo, a tentare di fare qualcosa.
Un abbraccio e un sorriso danda.
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